De Leo: «I miei 10 anni con Mihajlovic e non solo...»

Il racconto parte da una data: 26 febbraio 2022. La Salernitana, alla ricerca disperata di punti per la propria rincorsa salvezza, strappa “solo” un pareggio con il Bologna. Nel ventre dell’Arechi, in conferenza stampa si presenta Sinisa Mihajlovic. Il volto è segnato dalla sua personalissima battaglia con la malattia, gli occhi sono quelli di fuoco per la consueta trance agonistica. Il pensiero però si sposta su un altro argomento: «Vi prego, non mettete in secondo piano l’atrocità della guerra. Io l’ho vissuta sulla mia pelle e so che sofferenza porta. Non permettete che la gente possa abituarsi: parlatene sempre, affinché non diventi la seconda o la terza notizia dei tg fino a non parlarne più». Un messaggio toccante mentre negli occhi si fa spazio qualche lacrima. Un anno dopo la guerra è ancora lì mentre Sinisa Mihajlovic resta un dolore troppo forte che il mondo dello sport non riesce ancora a digerire. «La sua assenza è l’unico rimpianto che mi porto». Lo ammette a denti stretti Emilio De Leo, allenatore di Cava de’ Tirreni e per dieci anni vice- allenatore, spalla, amico fraterno del gigante serbo. Una collaborazione lavorativa iniziata nel 2012 e proseguita per un decennio, fatta di vittorie, sorrisi, emozioni ma anche di sconfitte amare, di esoneri e infine della tragica e prematura parola “fine” su un racconto bellissimo. «A volte ancora mi chiedo se potevo fare di più, magari poter lenire la sua sofferenza, aiutarlo in qualsiasi modo. Abituarmi alla mancanza dal punto di vista umano non è facile e non sarebbe nemmeno giusto. Credo che nessuno si abituerà alla sua assenza vista la figura così forte, così carismatica. È impossibile dimenticarlo. (Sabato Romeo)