SERIE A

Salernitana-Napoli 0-2, le pagelle dei granata

Ochoa para quello che può ma Daniliuc sbaglia troppo

Ochoa 6. Primo intervento dopo 20’, quando risponde al colpo di testa di Osimhen. Brividi sul mancino del nigeriano che insacca, il fuorigioco però gli fa tirare un sospiro di sollievo. Non può nulla né sulla botta potente di Di Lorenzo, né sul raddoppio del centravanti azzurro, al quale nega almeno la doppietta personale con un grande intervento in controtempo.

Daniliuc 5. Lanciato nel ruolo di terzino destro è l’unico della retroguardia granata a non beneficiare del cambio di sistema di gioco. Non manca l’abnegazione, piuttosto la scelta di tempi e occupazione degli spazi. Pesanti responsabilità su entrambi i gol, prima si fa attrarre dalla palla in occasione della rete lasciando libero il corridoio per Anguissa, poi ritarda l’uscita su Elmas in occasione del 2-0. Dal 40’ st Sambia sv

Gyomber 6. Premio Oscar alla sfortuna. Un nuovo infortunio lo chiama subito fuori dalla contesa, eppure era partito con un recupero determinante. Esce in lacrime. Dal 16’ pt Lovato 6 Entrato a freddo, ci prova dalla distanza e tiene a bada tutto sommato senza soffrire mai lo spauracchio Osimhen. Almeno per lui sono minuti incoraggianti.

Priola 6. Molto attento in avvio di gara, sbroglia almeno tre situazioni. Con un ottimo anticipo dà il via alla prima azione pericolosa a tinte granata. In ritardo sul raddoppio partenopeo, permette il comodo tap-in al 9 azzurro. Prova a rendersi pericoloso con un colpo di testa a lato.

Bradaric 5,5. Contiene senza particolari problemi un evanescente Lozano, offre pure un paio di ripartenza importanti, ma perde un pallone sanguinoso prima dell’intervallo.

Coulibaly 5,5. Non sembra il solito lottatore in mezzo al campo, si piazza a uomo su Zielinski, al quale concede ben poco, ma mancano i suoi strappi e la sua grinta. Sbaglia però la lettura sull’azione di Anguissa in occasione del gol di Di Lorenzo, segue pure lui la palla lasciando campo libero all’incursione di Anguissa.

Nicolussi Caviglia 6. Buona personalità, sia quando c’è da giocare il pallone, che quando c’è da andare a battagliare con un colosso come Anguissa. Vince un paio di contrasti che gli valgono gli applausi convinti dell’Arechi.

Vilhena 5. Nicola gli chiede impegno in fase di non possesso, ma quando la palla ce l’hanno gli avversari, praticamente per gran parte di primo tempo, lui fatica a rendersi utile in interdizione. Avrebbe un paio di occasioni per avviare un paio di ripartenze interessanti, ma è sciupone. Dal 28’ st Valencia 5. Dovrebbe dar maggior peso alla fase offensiva, ma entra in una situazione complicatissima, difficile chiedergli di più. Si vede poco e nulla.

Candreva 5,5. Tanto sacrificio, anche perché quando il Napoli prova a spingere lui deve rinculare quasi sulla linea dei terzini. Non manca l’atteggiamento, nella ripresa prova a giocare più alto per guidare la reazione dei compagni, ma la benzina finisce dopo aver speso tante energie.

Piatek 6. L’unico a rendersi pericoloso, si mette in solitaria dopo un paio di sponde per i compagni con una grande progressione palla al piede conclusa con un mancino potente che impegna Meret alla deviazione in angolo. Nel finale di gara il portiere azzurro si supera per deviare il suo diagonale a botta sicura sul palo con un tocco impercettibile ma decisivo.

Dia 5. Vaga per il campo senza particolare convinzione. Non funziona l’esperimento da esterno sinistro nel tridente, si vede poco e nulla, quei pochi palloni che tocca li gioca con superficialità e poca cattiveria. Nella ripresa Nicola lo sposta qualche metro in avanti ma le cose non migliorano. Dal 40’ st Bonazzoli sv.  

All. Davide Nicola 5,5. Dopo una settimana a dir poco confusionaria, celebra il suo ritorno in panchina con il cambio modulo. Dopo l’imbarcata di Bergamo passa alla difesa a quattro e anche l’atteggiamento della squadra sembra dargli ragione. Baricentro basso e grande compattezza per 46’ minuti, la rete di Di Lorenzo prima dell’intervallo cambia un piano partita che sembrava reggere. Nella ripresa, specie dopo il raddoppio, vien meno la grinta dei primi minuti, il palo di Piatek gli nega un finale più intrigante.