SENZA RETE

Non è il tempo per giocare La triade agisca senza veli

Deludente la Salernitana vista a Monza, sconfitta senza di fatto contrastare gli avversari. Tre schiaffi ai sogni di gloria o di serenità, al di là dei 17 punti in classifica che al momento significano permanenza in Serie A. Che succede e di chi sono le responsabilità? Potrà chiarirlo, in maniera esaustiva, il confronto tra patron Iervolino, mister Nicola ed il ds De Sanctis? Di certo si registra il passo del gambero da parte dell’ippocampo rispetto sia alle aspettative della società che dopo quanto di positivo visto in campo durante alcune gare. Ora occorre concretezza e chiarezza.

Davide Nicola è nel mirino di molti. Ma si dice contento del ruolino di marcia, pur bocciando la partita dei suoi a Monza «senza personalità». Non è Attila, nonostante i capelli biondi e quella barba da vichingo del Nord Europa, che dove passava nulla lasciava. Di certo è in Serie A tra i venti allenatori-“re” del calcio che, lui in particolare, sa insegnare insieme ai valori della vita. Non a caso il prossimo sabato l’arcivescovo di Salerno, l’Andrea Bellandi in sincerità a Firenze tifoso viola invece che granata, lo ha invitato a parlare ai giovani dell’Arcidiocesi. Con l’uomo-allenatore Nicola, comunque, tutti hanno avuto l’opportunità di migliorare. Lo ha fatto soprattutto la Salernitana che, dopo la salvezza da batticuore della passata stagione calcistica, in A ha guadagnato durante questa prima fase del campionato conclusasi ieri un posto nella borghesia dell’Italia pallonara. Ultimi a sinistra, come piace a patron Iervolino, o in alto a destra della classifica, come basterebbe ai più tra i tifosi contenti di partecipare al ballo dell’Italia pallonara nella massima categoria il più a lungo possibile, di fatto Nicolandia soffre meno le avversarie, cerca spesso di imporre il proprio gioco e di punti ne ha fino ad ora conquistati 17 in 15 gare. Anche se l’ippocampo è rimasto a bocca asciutta ieri a Monza, dimostrandosi molto lascivo. E non è la prima volta. Qualcuno può storcere il muso, analizzando aspetti tattici più che il valore tecnico dell’organico, ed altri senza torto son raggianti perché la zona retrocessione è a debita distanza.

Utile, complice la lunga pausa del torneo che riprenderà nell’anno nuovo 2023 il 4 gennaio aprendo alle 12.30 l’Arechi ai campioni d’Italia del Milan e ad almeno venticinquemila sportivi sugli spalti, un bilancio va fatto. Con allegate riflessioni. L’imprenditore Iervolino ragiona in termini di spese e ricavi, ma da presidente di una squadra di calcio guarda piuttosto alla prospettiva rispetto al presente. E la Salernitana, intesa come attore in un’area vasta portatrice di interessi non solo economici, ha molto da mettere nero su bianco per rendere sempre più granata la sua partita sul tavolo nazionale del calcio. Temi, non a caso, mercato, marketing, impiantistica, gruppo dirigente. E tant’altro Le idee, in questi casi, valgono più dei pareri. Soprattutto quando alle parole si fanno seguire azioni concrete come fino ad ora è stato pur con qualche frenata.

Che poi il pallone gonfi la rete esaltando la squadra è un’altra storia che debbono scrivere Dia e compagni, il tecnico, il direttore sportivo e quanti hanno a cuore le sorti della Salernitana. Senza ricorso a quelle barbarie che tutti sanno riconoscere finendo per ricordarle solo in negativo, soprattutto quando potranno venire tempi sportivi difficili che al momento non si intravedono e che dandosi, tutti, un pizzico sulla pancia potranno essere debitamente fronteggiati. Cominciando dal non etichettare come duelli rusticani quelli che vanno derubricati a confronti dialettici, ma tutti aderiscano al manifesto per l’onestà intellettuale. Ora più che mai non va tradita la passione di chi alle 5 del mattino ieri è partito per Monza ed oggi alla stessa ora si è preparato per andare a lavorare o mettersi a studiare o accudire la famiglia.

Ponendo solidi pilastri alla casa di tutti granata, la piccola di 8 mesi Michelanna, che mamma Eugenia mercoledì scorso ha voluto sugli spalti al suo fianco nella trasferta a Firenze, potrà fra qualche anno capire che la passione per la Salernitana non è una malattia ma un valore da tramandare. E rispettare.