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Salernitana, Simonelli: «Iervolino? Meno parla e meglio è»

di Luca Esposito
Il “professore” ed ex tecnico dei granata: «Chi crede improvvisamente di sapere tutto di calcio sbaglia»
Salernitana, Simonelli: «Iervolino? Meno parla e meglio è»

Per tanti è il “professore di Saviano”. Per i tifosi della Salernitana è un uomo che ha lasciato il segno a prescindere dai risultati. Figlio di un calcio che non c’è più, Gianni Simonelli si è raccontato in un’intervista a “la Città”.

Quanto è difficile per un tecnico guidare una rosa tutta nuova e quanto tempo ci vuole per riuscire a trasmettere le proprie idee?
Se un tecnico è fortemente convinto di quello che propone non ci sono problemi. Il mito del tempo è alibi diffuso.

Mercato: gente di categoria e giovani di prospettiva. E’ mancato il “colpo”, scelta corretta?
Non esiste giusto o sbagliato, in ogni dimensione della nostra esistenza e dunque anche nel calcio. Non mi concentrerei sul cosiddetto colpo ad effetto, ma sulla funzionalità dei giocatori rispetto alle richieste del mister. Se le caratteristiche combaciano con le idee del tecnico vedrete che i giocatori saranno molto più utili rispetto a quelli di nome che spesso fanno fatica.

Raffaele fautore di un calcio offensivo e di qualità. La Salernitana però ha l’obbligo di vincere. Come si coniugano i due aspetti?
E’ ovvio che bisogna seguire i dettami del tecnico, ma impegno e determinazione sono le caratteristiche che servono per vincere i campionati e che non sostituiranno mai moduli e sistemi di gioco. L’opera del mister è fondamentale dal punto di vista emotivo, bisogna essere anzitutto leader. Raffaele dovrà far capire di essere pronto a morire, metaforicamente, per le proprie idee: se sei te stesso diventi credibile e il gruppo ti segue, identificandoti come condottiero. Io la chiamo “fermezza compassionevole”: serenità, comprensione, ma tenendo fede alla propria proposta tecnica.

Dalla A alla C. Iervolino non parla alla piazza pur essendo artefice del biennio horror. Un errore?
Meno parla, meglio è. Chi crede improvvisamente di sapere tutto del calcio sbaglia. Vale per tutti i presidenti. Bisogna far parlare gente preposta, nel rispetto dei ruoli. Mi viene in mente Franco Del Mese, uomo vero prestato allo sport. Gentile, umile, mai invadente, sempre dalla parte dei ragazzi.

4500 abbonamenti venduti, ma tifosi delusi. In più il no alle trasferte. Quanto perde la Salernitana giocando senza pubblico?
Si potrebbero deresponsabilizzare i calciatori, ma non è detto sia per forza un male. In questo modo si avvertirebbero meno pressioni, una piazza come Salerno non è facile per nessuno. Partire con poca gente allo stadio può essere paradossalmente un aspetto positivo.

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