Nessuno vada al mare. Non è tempo. E pure se non piace affatto, così è. Non è possibile farselo piacere, ma va accettato e affrontato. Perché la Salernitana ha una serie B da difendere, a ogni costo, e dovrà farlo sul campo. Contro la Sampdoria. A un mese dalla fine del campionato, nella (doppia) partita più anomala che la storia del pallone ricordi, toccherà provare a salvare una categoria scossa, stravolta, da un terremoto extrasportivo di cui non serve certo fare il riassunto delle puntate precedenti.
È tutto già storia. Benché il Brescia, spedito in C da una penalizzazione che ha fatto sospirare il Frosinone e “resuscitato” calcisticamente una Samp già retrocessa, abbia legittimamente da giocarsi una chance in appello. Il percorso, però, è tracciato. Tant’è che nel mentre si son tutti portati avanti: le squadre che devono preparare un appuntamento decisiva in tempi balneari, Lega e Figc che hanno già fissato le date, le società che stanno provando ad aggrapparsi alle rispettive tifoserie perché in sfide così il fattore campo è decisivo. Quest’ultimo tema resta delicato, visto che da una parte c’è la torcida doriana che aveva contestato aspramente i blucerchiati precipitati in terza serie, e dall’altra una Salerno indignata per un trattamento andato ben oltre la dimensione dell’imprevedibile.
Ed è proprio qui che si sgonfia il pallone di popolo. Perché la Salernitana che al tramonto d’una stagione maledetta e impasticciata era riuscita, almeno quello, ad aggrapparsi all’appiglio d’un playout, in quei giorni trascorsi tra la vittoria di Cittadella e la vigilia di gara-1 di spareggio contro il Frosinone aveva scoperto attorno a sé un clima di magia, seppur in giorni da incubo. È possibile pure questo, in una terra dove l’appartenenza vale molto più d’un gol fatto o subito. Trentamila biglietti venduti in prevendita, una febbre granata contagiosa, una tifoseria mobilitata, una passione degna di ben altri palcoscenici. Sarebbe stata una notte pazzesca, di condivisione e sostegno, e invece in una domenica di vigilia, mentre al bancone d’ogni bar non si parlava d’altro che del sold out dell’Arechi, cominciando a dar la caccia ai (pochissimi) biglietti che sarebbero poi stati messi in vendita per il match di ritorno in Ciociaria, la Lega B ha detto “fermi tutti”.
Ecco, la magia del calcio bello, quello che si nutre del sentimento della gente, è svanita già lì. Adesso, com’è giustissimo che sia, Salerno riflette sull’opportunità o meno d’andare avanti nella protesta o star al fianco della squadra nel playout che verrà. Comunque vada sarà scelta d’amore. Di sicuro c’è che nessuno se la sentirà d’andare al mare…