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Torti arbitrali, chi deve tutelare la Salernitana?

di Andrea De Simone*
Torti arbitrali, chi deve tutelare la Salernitana?

La Salernitana al Mapei meritava il punteggio pieno e questa volta lo ha riconosciuto persino il cronista mai tenero con i granata. Si poteva andare in goal con Braaf, Wlodarczyk, Verde e Torregrossa, mentre per i reggiani c’è stata solo la traversa di Portanova. Qualche errore c’è stato, ma poi quel diavolo di Bardi ha preso palloni con le mani e con i piedi. Tuttavia è giusto sottolineare alcune note positive. Meglio a centrocampo con Maggiore e Rene Adelaide; bene le giocate degli esperti Verde, Soriano e Torregrossa, subentrati nel secondo tempo.

Martusciello ha bisogno di tempo per amalgamare il gruppo; sono molti i calciatori che hanno raggiunto Salerno dopo la preparazione di Rivisondoli. E’ una prassi consolidata quella di fare acquisti dopo il ritiro precampionato e chi siede in panchina è costretto a provare in corso d’opera. La squadra c’è, gioca e combatte, al netto di qualche passaggio all’avversario. Se nel campionato alle spalle avessimo avuto un gruppo così determinato, avremo potuto salvare la massima categoria, forse. Non è andata così per capricci, ripicche ed errori. Nel campionato 2023/24 non si è sbagliato solo ad inizi campionato: si è fatto peggio a gennaio con il rientro di un direttore in precarie condizioni di salute, l’arrivo di calciatori a fine carriera, la cattiva gestione di ragazzi di qualità che, come si vede, stanno facendo bene nei loro nuovi club.

A Salerno c’è un problema societario noto a tutti, calciatori, arbitri, dirigenti di lega e di federazione. Una guida forte ed autorevole non avrebbe permesso agli arbitri di queste ultime partite di dirigere le gare a senso unico. A Reggio Emilia tal Zufferli da Udine ha fischiato falli inesistenti ed ammonito senza motivazioni valide. Ma chi deve tutelare la Salernitana, chi deve difendere Salerno sportiva? La proprietà che vuole lasciare? Le istituzioni che sono lontane se non ostili?

“Il calcio è un linguaggio con i suoi poeti e prosatori” ha scritto Pasolini che aveva un rapporto sentimentale con il gioco del pallone. Il calcio del var, dei diritti televisivi, delle multinazionali e degli interessi finanziari non ha poeti e prosatori, ne cuore e sentimenti. C’è passione invece in chi affolla gli spalti, applaude chi suda la maglia, condivide l’appartenenza ad una comunità straordinariamente bella, la città di San Matteo che abbiamo festeggiato nei giorni passati. A proposito? Bene la patch sulla maglia di Reggio Emilia; bene “Salernum meum est, ego defendo”; ma l’Evangelista che regge il Vangelo con la mano sinistra e benedice la città con la destra? Ho visto male?

*Già parlamentare e tesserato al Salerno Club 2010

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