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Di padre in figlio, i Fusco dinastia Salernitana

di Stefano Masucci
Con il Verona l’esordio di Gerardo figlio della “bandiera” Luca: «Il bello deve ancora venire»
Di padre in figlio, i Fusco dinastia Salernitana

Dici Fusco e pensi alla Salernitana. Ma anche a Salerno, alla Salernitanità e all’appartenenza. Quasi come fosse un disegno del destino, l’esordio in serie A di Gerardo, figlio della bandiera granata Luca, sembra quasi l’ultimo atto della scenografia messa in atto dalla Curva Sud Siberiano. Una trasposizione sul rettangolo verde di quel senso d’identità mostrato con fierezza e immortalato anche da Speaker Uccio prima del suo ingresso in campo. «Meglio la Salernitana che la Coppa dei Campioni», canta il 19enne mentre effettua il riscaldamento proprio ai piedi del settore più caldo dell’Arechi all’unisono con gli ultras dell’ippocampo.

Il sogno

Dici Fusco e pensi alla Salernitana, e fino a qualche ora fa non si poteva che pensare al capitano di mille battaglie, al recordman di presenze in campionato con la maglia granata, al difensore che esordì in massima serie nel settembre ’98 all’Olimpico contro la Roma, rimediando tra le lacrime il primo cartellino rosso della sua carriera. Le lacrime, un quarto di secolo dopo, sono quelle versate per un altro debutto, che trasforma in realtà il motto “Di padre in figlio”. «Dopo 26 anni dal mio esordio in A, c’è stato anche il tuo, è stata un’emozione indescrivibile, ma sempre piedi per terra perché la strada è tutta in salita. Ti auguro il meglio figlio mio, il bello deve ancora venire», ha scritto sui social papà Luca, oggi tecnico dell’under 17 della Salernitana e in passato allenatore dello stesso Gerardo, accompagnando il post con la foto delle due casacche storiche, con quei numeri “15” e “43”, che varranno per sempre l’ambo del cuore nella lotteria dei ricordi.

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