«Da fuori tante dinamiche non si possono conoscere, ma sicuramente le responsabilità di questa bruttissima stagione vanno divise in maniera equa tra proprietà, dirigenza e calciatori. Una cosa è certa, è stata una mortificazione per i tifosi e per la piazza, con un attaccamento del genere alla squadra e alla maglia, anche in queste ultime partite, avrebbero meritato ben altri risultati». Parola di Guglielmo Stendardo, ex giocatore della Salernitana, oltre che allenatore della formazione della Luiss, reduce da un’importante salvezza in Eccellenza, e docente di Diritto Sportivo proprio presso l’ateneo capitolino. Inevitabile, per “l’avvocato”, cilentano d’adozione, non lanciare un monito al patron dell’ippocampo Danilo Iervolino, diverse volte salito in cattedra per delle lezioni universitarie proprio alla Luiss. «Con il presidente ho un rapporto di stima reciproca, ci conosciamo bene perché è intervenuto due volte nell’ambito del mio corso accademico “Il giurista entra in campo”. Parlando della Salernitana mi ha sempre raccontato i suoi numerosi propositi, da quello di migliorare il settore giovanile all’importanza di investire sulle strutture, portando avanti nel frattempo la squadra a perseguire una sua stabilità in A. Alcune cose le ha portate avanti molto bene, nella seconda parte della sua gestione però ha tradito diverse aspettative dei tifosi, non so quale sarà il futuro. Ora però è il tempo di reagire, dovrà dimostrare che è un leader, riportando la Salernitana dove merita, pur con la consapevolezza che sarà molto più difficile di due anni fa».
A cosa imputa le mancanze della sua seconda fase gestionale?
È talmente impegnato nel suo mondo e nel suo lavoro da non poter garantire la presenza fisica, che non può essere costante come quella di un direttore sportivo. Probabilmente se fosse stato più presente le cose sarebbero andate diversamente, quando non è stato possibile ha delegato, e magari le persone preposte non hanno portato i risultati auspicati. In ogni caso il calcio ha dinamiche uniche, bisogna conoscerle, creare empatia all’interno del gruppo, elementi che dopo un primo momento sono un calati. Un imprenditore deve avere la forza di continuare in quel progetto se veramente ci crede, lui è una persona determinata e ambiziosa, vorrà riscattare questa stagione, ha preso un impegno con la piazza di Salerno.
Altri responsabili?
Beh, il cambio di tre allenatori di certo non ha aiutato, a partire da tutto quello che è successo con Paulo Sousa , e poi penso a Sabatini . Aveva fatto un miracolo sportivo, due anni fa non doveva mai essere allontanato, sarebbe stato un lusso per la Salernitana poter dare continuità al suo lavoro, e non provarci a gennaio, con così poco tempo per risanare una situazione per me già abbondantemente compromessa.
Anche i calciatori l’hanno delusa?
Chi ha vissuto certe dinamiche ha riconosciuto che probabilmente nello spogliatoio non c’era un clima di serenità, è quello è fondamentale. Oggi faccio l’allenatore e so che molte volte il gap tecnico con un avversario tecnicamente superiore si può colmare con unità, amicizia, determinazione, valori comuni da preservare all’interno di un gruppo. La percezione è che sia venuto proprio a mancare senso di appartenenza, con un gruppo totalmente diviso.
La Salernitana affronterà nella prossima gara l’Atalanta, spesso presa a modello. Lei ha giocato in nerazzurro nelle prime fasi del ciclo vincente di Percassi…
Parliamo di un visionario, e della miglior società italiana, il modello di riferimento oggi in questo Paese per un calcio sostenibile e virtuoso. Un presidente serio, capace di generare oltre 400 milioni di plusvalenze vere, un club con uno stadio di proprietà, centro sportivo all’avanguardia, in questo momento questo modello è inarrivabile per tante società. Spero che quest’anno possa portare a casa almeno un trofeo, sarebbe il meritato traguardo per un progetto che nasce dal 2010, e sia io che Colantuono ne sappiamo qualcosa.
C’è un rapporto di grande stima con l’attuale trainer granata, vero che l’ha cercata per la Primavera?
È un amico, oltre che un allenatore molto bravo. In questo momento può far davvero poco, ma il suo impegno è solo da apprezzare, si è messo a disposizione della società. Lo scorso anno mi aveva contattato, ma ero sotto contratto con la Luiss, non si è concretizzato ma mi avrebbe fatto molto piacere tornare a Salerno.