Vicino alla statua di Diego Armando Maradona a Napoli dovrebbero mettere anche quella di Salvatore Carmando perché è una persona davvero speciale sia in campo che fuori. Ci caricava tutti prima di ogni partita con la sua allegria ed è una persona molto speciale e che noi teniamo tutti nel cuore». Le parole sono quelle di Antonio Careca, ex bomber brasiliano del Napoli scudettato, e sono un vero un sigillo di garanzia poiché sono state rivolte al masseur salernitano che ha reincontrato l’ex “numero 9” azzurro ad Agropoli. Nella cittadine cilentana, infatti, l’asso brasiliano è stato premiato con il “Vincenzo Margiotta” nell’ambito dell’iniziativa “Eroi del Calcio” organizzata dall’Ussi, presieduta da Gianfranco Coppola, e dall’instancabile e tuttofare Antonio Ruggiero.

Salvatore Carmando, ma quanto è stato forte Antonio Careca?

Posso solo dire che se non c’era Diego Armando Maradona era lui il più forte perché quando entrava in campo era mentalizzato solo a vincere. Era davvero fortissimo. Un grandissimo personaggio, un uomo di sani valori e principi. Careca non si può dimenticare facilmente perché è un personaggio che ha dato tantissimo al mondo del calcio e ha dato qualcosa di importante anche a Napoli. Basta vedere l’amore e la stima che la gente ancora oggi nutre nei suoi confronti per capire che si tratta di una figura che difficilmente passa inosservata.

Il brasiliano ha proposto di costruire una statua per lei e metterla vicino a quella di Maradona…

Stavo sempre vicino a loro perché quando si vince qualcosa lo si fa nello spogliatoio. Non una persona sola riesce a vincere ma è lo “spogliatoio” nel suo insieme. C’è bisogno di un gruppo serio e importante.

È quindi questo il segreto per vincere uno scudetto?

Assolutamente sì. È lo “spogliatoio” a tracciare la strada, se c’è un gruppo serio si vince sempre tutto.