Nel soffio che ha spento le sue 46 candeline, Danilo Iervolino avrebbe voluto anche allontanare le delusioni e le mille riflessioni legate alla sua Salernitana. A Bologna, in una trasferta tutt’altro che alla portata sia per la classifica che per il momento diametralmente opposto delle due squadre, il patron granata sperava in un sussulto d’orgoglio. Ed invece, appena 44 minuti sono bastati per indirizzare il match, incanalarlo sui binari rossoblu, lasciando alla Salernitana per la ventesima volta in questo sciagurato campionato di serie A solo rabbia e rimpianti. Ne ha masticati un bel po’ da Dubai l’imprenditore di Palma Campania, con sul tavolo i business plan per la ripartenza verosimilmente (salvo clamorosi miracoli sportivi) dalla serie B con l’obbligo di riagguantare immediatamente l’elite del calcio italiano. E sullo sfondo resta l’ipotesi sempre in piedi di un possibile passaggio di consegne “per il bene della Salernitana”.
Il segnale
Un primo segnale da parte del patron è arrivato nei giorni scorsi, con la ricapitalizzazione da 12 milioni resa necessaria dopo un primo semestre chiuso con un segno meno abbastanza corposo. Serviva riportare la Salernitana tra i parametri economici imposti dalla Figc per iniziare l’iter per l’ottenimento della licenza nazionale. Atto dovuto, al quale però ora serve dare continuità con la tanto attesa sterzata sotto l’aspetto tecnico. «Dopo Pasqua inizieremo a ragionare su quali saranno i percorsi futuri e su chi sarà protagonista di tutto ciò», queste furono le parole pronunciate dall’amministratore delegato Maurizio Milan nel primo giorno dell’avventura di Stefano Colantuono come quarto allenatore stagionale della Bersagliera.