Ultimi, lo dice la classifica. Ed infelici, molto. Perché, oltre la sana e comprensibile passione, il quadro prospettato ad inizio stagione dai vertici del club per la Salernitana era di ben altro valore: da esposizione al museo del Louvre piuttosto che in uno scantinato buio.
Non possono esserci scuse o richiami all’ottimismo, invece, quando tutte le altre diciannove squadre della Serie A ci guardano dall’alto in basso. Anche il Cagliari, che con cuore e convinzione ha ieri ribaltato il Frosinone vincendo 4-3 la sfida da mezzogiorno di fuoco pur con i ciociari in vantaggio di ben tre reti, ci ha sorpassati balzando a quota sei punti rispetto ai nostri miseri quattro in dieci giornate. Sardi, capaci nel turno precedente di pareggiare all’Arechi, diversi dai calciatori granati scesi in campo col Genoa venerdì patendo la sconfitta: liguri ricchi, infatti, di una mentalità che non appartiene ad Ochoa e compagni in questa fase della stagione sportiva.
La maglia nera a questa Salernitana, ora, o regalerà gli giusti stimoli oppure finirà per affossare ulteriormente gli sforzi di chi, come l’indomita tifoseria, continua a sostenere la squadra del cuore che fa di tutto, però, per non appassionare.
E qui, lontano dalle ragioni del campo, subentrano le evidenti responsabilità della dirigenza forse colta di sorpresa dagli eventi. L’esatto contrario di quanto tocca, e si chiede, a coloro che devono sia indicare la rotta che spendersi per giungere al traguardo definito che nel caso dell’ippocampo è la salvezza
Dopo l’esonero di mister Sousa sarebbero meno solide anche le posizioni di altri che collaborano con il patron Iervolino a cui, giustamente, non può fare bene leggere che la Salernitana è ultima, senza una vittoria ed incapace di far valere le potenzialità a lui descritte in estate.
Ma a che potrebbe servire l’ennesimo ribaltone se la squadra, nonostante la nuova guida tecnica affidata a Pippo Inzaghi, non fa il proprio dovere? Più utile rimboccarsi le maniche. E se bisogna affondare, o meglio salvarsi, si faccia tutti insieme.
Gli esami, anche quando non si superano, sono utili. Come non giocare d’azzardo.
D’altronde Pegaso, un cavallo alato, ha fatto le fortune di Iervolino. L’ippocampo, un cavalluccio marino amato da migliaia di persone e simbolo di nostra Salernitana, va protetto nella buona e cattiva sorte.