Tomba donna con ombrellino Il Rotary dona l’illuminazione 

La sepoltura monumentale conservata al Museo archeologico di Pontecagnano E a giugno la mostra antologica sulla cultura etrusca e i rapporti con altri popoli

Sarà inaugurata nella seconda metà del prossimo mese di giugno, presso il Museo Archeologico Nazionale di Pontecagnano Faiano, diretto dalla dottoressa Ilaria Menale, una mostra antologica intitolata “Per Terra e per Mare «che sottolineerà l’interazione culturale che ha avuto Pontecagnano con gli altri popoli dal IX al III secolo a.C.»: ad annunciarlo la dottoressa Gina Tomay, Soprintendente della Basilicata, già direttrice del Museo di Pontecagnano, in occasione dell’inaugurazione dell’impianto di illuminazione a luce calda, a led, che da diversi giorni illumina la “tomba della donna con l’ombrellino”.
La monumentale sepoltura a camera familiare costruita in blocchi di travertino portata alla luce dalla Soprintendenza Archeologica di Salerno nel giugno del 2017, in una delle necropoli etrusco – campane di Pontecagnano, quella di Via Raffaello Sanzio, è conservata, dopo il restauro conservativo effettuato dall’architetto Antonio Forcellino, in una delle sale del Museo Archeologico Nazionale di Pontecagnano.
L’impianto di illuminazione, progettato dall’ingegner Rosario Landi, è stato donato dal “Rotary Club Salerno Picentia”, presieduto dal dottor Rocco Di Riso, in ricordo dell’ingegnere Michele Pappalardo, già Sindaco del Comune di Pontecagnano: «Abbiamo voluto ricordare il nostro Past President e restituire a questa tomba lo splendore a cui l’aveva elevata l’artista che la realizzò», ha spiegato Di Riso.
La dottoressa Tomay, coadiuvata dalle dottoresse Rita Baldi e Maria Maiorano, ha spiegato l’eccezionale presenza della decorazione, dipinta con pigmenti naturali di colore rosso e nero, sulla parete di fronte all’ingresso della tomba di epoca romana: «È l’unica tomba dipinta di Pontecagnano con decorazione figurata della seconda metà del III secolo a.C. . Raffigura una scena con una figura femminile, accompagnata da un’ancella che le regge un ombrellino parasole sul capo, accolta nell’oltretomba da un uomo che le tende la mano».
La dottoressa Tomay ha anche spiegato che nella tomba, sui letti funebri disposti lungo le pareti, sono stati rinvenuti degli oggetti di corredo: «Uno specchio in bronzo, una piccola pisside con coperchio contenente polvere da trucco di colore rosa, un pettine e un fuso in osso appartenuti alle due donne che erano sepolte nella tomba».
Aniello Palumbo
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