Scatti della Nuceria segreta
Le foto della mostra saranno parte integrante di un libro su leggende e tradizioni locali
di DAVIDE SPERANZA
«Abbiamo cercato di salvare quel patrimonio artistico culturale della città, visibile ma dimenticato e nascosto»: così Michele Parisi, musicista e attivista culturale nocerino. Stamattina è l’ultimo giorno della mostra intitolata “Le bellezze dei casali antichi di Nuceria”, che si tiene alla Caffetteria Bakery Tort Art, in via M. Y Cabrera a Nocera Inferiore. Una mostra fotografica di Salvatore Laudonio, scatti inediti dove vengono rappresentati piccoli squarci di portoni e monumenti nocerini di un’epoca ormai passata. In particolare fotografie di forni antichi, che vanno dal 1500 al 1800, forni utilizzati dagli abitanti delle corti popolane, in cui si produceva il pane quotidiano: strutture particolari con una cupola che poggia su due pietre laviche lavorate a mano e che permetteva di incanalare il fumo. Sotto le travi di tufo nocerino venivano essiccate la pasta e le carni. Un quadro storico che mette in luce un doppio percorso: l’architettura di Nocera Inferiore e la gastronomia dell’epoca. La mostra non è altro che un assaggio del libro “Nuceria nascosta – Storia, monumenti, leggende, tradizioni enogastronomiche”, una ricostruzione storica curata da Giuseppe Fattore, Biagio Pepe e Michele Parisi con le foto di Salvatore Laudonio. «Il volume parlerà della storia dei quartieri di Nocera Inferiore, in particolare di Piedimonte e Casale del Pozzo, partendo dalle loro origini e dai loro fondatori», spiega uno degli autori, Giuseppe Fattore. «Parleremo della storia delle famiglie più importanti del luogo, dai Baroni Calenda de’ Tavani ovvero nobili e persone di cultura di più due secoli fa. Abbiamo una città che possiede una storia millenaria e che ha necessità di essere promossa. Non si può amare il proprio territorio se non se ne conosce la storia. Questo il motivo principale del progetto. Nocera è un retroporto tra Salerno – che ormai ha avuto successo con le luci – e Pompei con i suoi scavi. Il nostro territorio può ospitare turisti e iniziare un percorso culturale concreto. D’altro canto, Nocera batteva moneta prima di Roma ed era un centro importante per la Valle del Sarno e la stessa Costiera Amalfitana». Il gruppo formato da musicisti, fotografi e storici del luogo hanno così intrapreso un percorso di valorizzazione di monumenti e strutture centenari che rischiano di cadere nel dimenticatoio. Un modo anche per far riscoprire ai giovani la storia della loro città. Nel volume storico in uscita a fine gennaio – il cui progetto è stato voluto fortemente dal presidente della commissione cultura comunale Luigi Pepe – uno dei punti di vista privilegiati resta quello enogastronomico e dei forni presenti in ogni casale, utilizzati dalle famiglie nocerine e che finivano per fungere anche da luogo di socializzazione. «Su venti forni quelli ancora funzionanti sono quattro o cinque, gli altri sono stati dimenticati o utilizzati per altri fini – ha aggiunto Biagio Pepe – All’interno di ogni corte che abbiamo visitato abbiamo riscontrato la presenza di un pozzo e di un forno, se non anche due, per il fabbisogno del borgo». “Nuceria nascosta” diventa quindi un’opera storico-fotografica che fissa la bellezza di un territorio selvaggiamente violentato dalla cementificazione degli anni ‘70 e ‘80 del Novecento e che fa tornare il visitatore in un passato lontano, quando ancora esistevano la divisione in Nocera Soprana e Nocera Sottana, le Università Nocera Corpo e Università San Matteo, i duchi Carafa, Castel Rodrigo e Pio di Savoia. «La storia di Nocera è stata dimenticata, non è più possibile riscriverla dal punto di vista fisico, a causa dell’urbanizzazione, il centro storico è stato completamente devastato. Le tracce storiche sono state ritrovate nei quartieri più marginali, meno travolti dall’urbanistica selvaggia negli anni passati», ha concluso Pepe. Il lavoro di ricostruzione ha in realtà preventivato circa duecento scatti, ma per la mostra di oggi sono state scelte quaranta fotografie. A farla da padroni, le antiche corti nocerine. «Qui ci si incontrava per fare le bottiglie di pomodoro – aggiunge Michele Parisi – tra fine agosto e inizio settembre, tutte le famiglie si riunivano. Si partiva dalle quattro di mattina e si metteva nelle bottiglie di vetro una prima metà passata e una seconda metà con pomodori tagliati di lungo, quindi il basilico e infine mettevano a bollire nei recipienti. Nelle corti veniva anche ucciso il maiale, che veniva aperto in diverse parti e si sceglievano le carni per salsiccia e pancetta. Ancora, si producevano la pastiera di grano nel periodo pasquale, il pane e il cosiddetto casatiello». Ma a fare da sfondo alla storia e alla gastronomia è l’arte fotografica di Salvatore Laudonio che mette in evidenza l’esistenza di microcomuni, microvillaggi dove il concetto di mutua assistenza tra il popolo era quotidiana interpretazione del vivere civile.
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