“Nicolas”, ovvero la libertà «L’amore, il fuoco, la forza»
A Battipaglia lo scrittore-pittore Nicola Gardini presenta il suo ultimo libro «Vivere con lui per vent’anni mi ha reso chi sono: era generoso e coraggioso»
Raggiungerà gli studenti del Liceo “Medi” di Battipaglia questa mattina, per presentare la sua ultima ed emozionante opera “Nicolas”, lo scrittore, latinista e pittore Nicola Gardini. L’artista sarà ospite della rassegna cittadina dal titolo “Il Maggio dei Libri”, progetto culturale di successo voluto dall’assessore alla cultura del Comune di Battipaglia, Silvana Rocco, ex dirigente scolastico proprio del “Medi”. Sarà un’occasione per parlare con i giovani di questo libro, in cui Gardini si concentra sui vent’anni d’amore condivisi con il suo amato compagno, scomparso dopo una lunga lotta contro una malattia terminale.
In un suo articolo per “Il Sole 24 Ore” ha detto “Nicolas per me era l’incarnazione stessa dell’amore”. Chi era Nicolas? Come lo descriverebbe?
Ho dovuto comporre tutto un libro per descriverlo. Qui posso solo dire che, se non lo avessi pensato un uomo eccezionale, degno di restare nella memoria anche di chi non l’avesse conosciuto, non avrei mai concepito un libro su di lui. Era un viaggiatore, un musicista, un uomo innamorato, un sognatore. La persona più coraggiosa che abbia mai conosciuto; la più libera dai pregiudizi; la più capace di tentare nuove vie; la più generosa; la più leale… Vivere con lui per vent’anni, certo del suo amore, mi ha reso chi sono.
Scrivere questo libro l’ha aiutata, in qualche modo, a trasformare il dolore in creatività, e quindi a metabolizzarlo?
Distinguiamo il dolore dalla nostalgia. Certo, la nostalgia è un modo del dolore, anche una delle sue cause. Questo libro, comunque, non è nato dal dolore (avrei potuto e potrei scrivere del dolore, certo, ma sarebbe qualcosa di molto diverso). Questo libro è nato dalla voglia di riavere Nicolas. Sì, lo ha ri-creato. Nella scrittura io l’ho re-incontrato e ho permesso anche ad altri di incontrarlo. Tutto, in queste pagine, accade di nuovo per la prima volta, dall’inizio alla fine.
L’arte nella sua vita ruota a 360°, tra scrittura e pittura. Quanto l’aiuta ciò a veicolare all’esterno le sue emozioni?
La mia scrittura e la mia pittura, è vero, nascono da emozioni, ma poi ne creano di nuove, in me e negli altri. Un’emozione iniziale si trasforma sempre in altre emozioni, e se non è in grado di farlo, non può nascere nessuna opera. L’arte è la mia stessa vita nel senso più ampio, lo spazio in cui la mia esistenza si confonde con quella degli altri, grazie allo scambio affettivo che nasce dalle parole o dalle immagini.
Se Nicolas fosse un dipinto, quali colori utilizzerebbe per portarlo su tela e perché?
Ho già dipinto Nicolas diverse volte. Lo ritrassi subito all’inizio, dal vivo, dalla testa ai piedi, come racconto nel libro. Un dipinto che scandalizzò qualcuno, anche se non aveva nulla di scandaloso. Usai colori caldi. L’ho ritratto anche l’anno scorso, ispirandomi a una fotografia. Ho usato ancora colori caldi, come il suo carattere. Nicolas non conosceva il freddo – in nessun senso. Nuotava nell’acqua ghiacciata dei mari nordici ed elargiva ininterrottamente il fuoco della sua forza.
Andrea Picariello
©RIPRODUZIONE RISERVATA
In un suo articolo per “Il Sole 24 Ore” ha detto “Nicolas per me era l’incarnazione stessa dell’amore”. Chi era Nicolas? Come lo descriverebbe?
Ho dovuto comporre tutto un libro per descriverlo. Qui posso solo dire che, se non lo avessi pensato un uomo eccezionale, degno di restare nella memoria anche di chi non l’avesse conosciuto, non avrei mai concepito un libro su di lui. Era un viaggiatore, un musicista, un uomo innamorato, un sognatore. La persona più coraggiosa che abbia mai conosciuto; la più libera dai pregiudizi; la più capace di tentare nuove vie; la più generosa; la più leale… Vivere con lui per vent’anni, certo del suo amore, mi ha reso chi sono.
Scrivere questo libro l’ha aiutata, in qualche modo, a trasformare il dolore in creatività, e quindi a metabolizzarlo?
Distinguiamo il dolore dalla nostalgia. Certo, la nostalgia è un modo del dolore, anche una delle sue cause. Questo libro, comunque, non è nato dal dolore (avrei potuto e potrei scrivere del dolore, certo, ma sarebbe qualcosa di molto diverso). Questo libro è nato dalla voglia di riavere Nicolas. Sì, lo ha ri-creato. Nella scrittura io l’ho re-incontrato e ho permesso anche ad altri di incontrarlo. Tutto, in queste pagine, accade di nuovo per la prima volta, dall’inizio alla fine.
L’arte nella sua vita ruota a 360°, tra scrittura e pittura. Quanto l’aiuta ciò a veicolare all’esterno le sue emozioni?
La mia scrittura e la mia pittura, è vero, nascono da emozioni, ma poi ne creano di nuove, in me e negli altri. Un’emozione iniziale si trasforma sempre in altre emozioni, e se non è in grado di farlo, non può nascere nessuna opera. L’arte è la mia stessa vita nel senso più ampio, lo spazio in cui la mia esistenza si confonde con quella degli altri, grazie allo scambio affettivo che nasce dalle parole o dalle immagini.
Se Nicolas fosse un dipinto, quali colori utilizzerebbe per portarlo su tela e perché?
Ho già dipinto Nicolas diverse volte. Lo ritrassi subito all’inizio, dal vivo, dalla testa ai piedi, come racconto nel libro. Un dipinto che scandalizzò qualcuno, anche se non aveva nulla di scandaloso. Usai colori caldi. L’ho ritratto anche l’anno scorso, ispirandomi a una fotografia. Ho usato ancora colori caldi, come il suo carattere. Nicolas non conosceva il freddo – in nessun senso. Nuotava nell’acqua ghiacciata dei mari nordici ed elargiva ininterrottamente il fuoco della sua forza.
Andrea Picariello
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