Lucia studia il linguaggio di Ruccello
La ricercatrice cilentana ha pubblicato un saggio sul noto drammaturgo stabiese
È in libreria il nuovo libro di Carmela Lucia. La ricercatrice cilentana ha pubblicato un volume dal titolo “Il corpo, il suono e la scena-Per una drammaturgia sui corpi e sui suoni” (Bernard Edizioni). Il saggio sulla drammaturgia di Annibale Ruccello, autore ancora vivo e straordinariamente moderno, ha vinto il Premio Calcante per la saggistica SIAD (Società Italiana Autori Drammatici). Annibale Ruccello è un universo sconfinato di sensi e segni, di suoni e linguaggi. Come Pasolini ha saputo leggere la frattura tra il mondo antico e il mondo moderno con lo stesso sguardo da antropologo. «Quasi tutti i suoi personaggi femminili - spiega l’autrice - sono costruiti con una tecnica di fedele trascrizione delle loro ossessioni personali: i loro caratteri sono resi sulla scena attraverso uno scandaglio e un dialogo, che diventa spesso “confessione”. Non di rado queste donne mostrano una notevole forza caratteriale ed emotiva, mentre, al contrario, le figure maschili appaiono piuttosto sclerotizzate in ruoli di potere, cristallizzate ormai in puri involucri di apparenza, nel ruolo di mariti o amanti infedeli». È un libro, quello della professoressa Lucia di straordinaria bellezza e attualità tanto che il prof. Gandolfo Cascio (Utrecht University) lo ha definito: «Uno studio di profonda sensibilità e conoscenza, che persuade il lettore della necessaria (ri)scoperta di un protagonista del teatro contemporaneo». Il progetto, invece, è stato promosso da Enrico Bernard, autore, regista e critico teatrale.
Il libro sta avendo un ottimo successo di pubblico e critica, questo secondo l’autrice è merito del grande drammaturgo stabiese ma romano d’adozione: «Ruccello dà voce alle donne: deportate, esiliate e chiuse in interni che riflettono anche negli arredi il loro status (come l’analisi dei testi di questa ricerca dimostra), le donne del teatro di Annibale Ruccello sono tutte sorelle nel dolore (Jennifer e Adriana in particolare). Vittime di rimorsi, sensi di colpa, deliri di una follia che non è sempre così facilmente percepibile dall’esterno, queste donne sono eredi di quei personaggi “fuori di chiave” pirandelliani, dove scoppia quasi improvvisamente la vita psichica sotterranea, nella violenza di un linguaggio che si fa corpo».
Roberto Scola
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Il libro sta avendo un ottimo successo di pubblico e critica, questo secondo l’autrice è merito del grande drammaturgo stabiese ma romano d’adozione: «Ruccello dà voce alle donne: deportate, esiliate e chiuse in interni che riflettono anche negli arredi il loro status (come l’analisi dei testi di questa ricerca dimostra), le donne del teatro di Annibale Ruccello sono tutte sorelle nel dolore (Jennifer e Adriana in particolare). Vittime di rimorsi, sensi di colpa, deliri di una follia che non è sempre così facilmente percepibile dall’esterno, queste donne sono eredi di quei personaggi “fuori di chiave” pirandelliani, dove scoppia quasi improvvisamente la vita psichica sotterranea, nella violenza di un linguaggio che si fa corpo».
Roberto Scola
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