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L’amore raccontato nelle sue sfumature

Salerno Lettaratura: dal colpo di fulmine al mestiere di innamoratore. Sabato 25 giugno ne parlano Pascale, Viola e Agnello Hornby

SALERNO. Un celebre racconto dello scrittore statunitense Raymond Carver, recava il titolo “Di cosa parliamo quando parliamo d’amore”. Un gioiello della letteratura americana all’inizio degli anni Ottanta dello scorso secolo, dove Carver, con arguta attenzione ai lati nascosti e sotterranei dei sentimenti umani, cercò di analizzare in modo “chirurgico” ciò che da secoli poeti, romanzieri, cantori, saggisti tentano di spiegare: l’amore. E l’amore è stato uno dei temi dell’edizione di Salerno letteratura 2016: storie che raccontano la difficoltà dei nostri giorni di fissare i sentimenti, di decidere di seguirne il flusso. Mercoledì scorso c’era stata Chiara Gamberale a presentare il suo “Adesso”, la storia della 35 enne Lidia, con alle spalle una disastrosa storia. Ma l’imprevisto è dietro l’angolo e quell’imprevisto si chiama Pietro, papà di una bimba, anch’egli abbandonato dal grande amore della sua vita. E’ a quel punto che la Gamberale fa incontrare questi due mondi morsi dal dolore e dalla solitudine.

L’“adesso” del titolo è l’istante in cui tutto può cambiare, infilando un inatteso innamoramento nella nostra esistenza quotidiana, è il punto del non ritorno verso un nuovo livello di percezione. Lidia e Pietro. Sempre in cerca di emozioni forti lei, introverso e prigioniero del passato lui, rinunciando a ogni certezza, si confrontano. Chiara Gamberale racconta l’innamoramento dall’interno e, grazie a una voce a tratti sognante e a tratti chirurgica, il lettore si trova faccia a faccia con le resistenze, gli errori dei due protagonisti e con i propri. Ancora più singolare era stato l’incontro con Stefano Piedimonte autore de “L’innamoratore” (Rizzoli), la storia di Ivan Sciarrino che per guadagnarsi da vivere si è inventato un nuovo mestiere, “l’innamoratore”, facendosi pagare per far innamorare le donne.

Stasera, invece, tre scrittori intraprenderanno un viaggio attraverso le pieghe degli affetti amorosi: Antonio Pascale, Ester Viola e Simonetta Agnello Hornby. I primi due si “affronteranno” nella Sala Pier Paolo Pasolini alle ore 19.30, intervistati dalla giornalista Francesca Salemme. Due autori einaudiani. Pascale con il suo “Le aggravanti sentimentali”, continua il discorso a metà tra saggio e narrazione filosofica sull’amore e sulla sua “manutenzione”: un uomo, sulla soglia dei cinquant’anni, da solo in città mentre moglie e figli sono al mare, si lascia trascinare alla rocambolesca premiazione di un vecchio maestro del cinema, per poi infilarsi in lunghe discussioni sul senso del tragico e la ricerca della felicità. Con lui, un gruppo di sgangherati amici: Giacomo che da promettente film-maker si è ridotto a consegnare le pizze; Paola che si sente “fuori mercato” a trentacinque anni e arriverà a tentare un gesto estremo; Luigi, artista affermato, che si caccia in una relazione pericolosa dietro l’altra. Nessuno di loro è davvero felice, per quanto si sforzi di vivere seguendo i propri sentimenti. Nelle loro esistenze il ruolo dell’amore assume il motore di regressione o di espansione verso il cambiamento.

L’altra scrittrice, Ester Viola autrice di “L’amore è eterno finché non risponde”, avvocato mastrimonialista ora prestato alla scrittura, disegna invece la storia di Olivia, trentadue anni, che di mestiere fa divorziare le persone. La sciagura sentimentale è il suo pane quotidiano, tanto che divide i clienti in due categorie: i “lascianti” e i “lasciati”. Accomodanti e solitamente muniti di un amore nuovo di zecca i primi, agguerriti i secondi.

Anche Olivia è stata lasciata, ma siccome Dario continua a mandarle messaggi su whatsapp è sicura che tornerà da lei. Ester Viola racconta l’universo dei sentimenti in modo vivo e contemporaneo. «Ho scelto di trattare il tema dell’amore, perché gli scrittori non hanno ancora trovato un argomento più interessante dell’amore» dice ironica la scrittrice, che riguardo agli influssi dei social network, come facebook e whatsapp, sui sentimenti, dice: «come si fa a scrivere una storia d’amore adesso, nel 2016, senza metterli dentro?». Sulla singolare divisione dell’umanità in “lascianti” e “lasciati”, Viola spiega che «è l’unica classificazione possibile». «La fine delle relazioni ha uno schema banale, in fondo: uno dei due se ne va – e sta relativamente bene, anche se racconta che soffre – e l’altro, quello che resta». «Mi interessa il secondo. La narrativa – continua Viola – ha sempre analizzato con uno sguardo profondo i rapporti d’amore. Continuerà a farlo. Non so cosa cambierà adesso. Un cosa posso dirla, però. Su quello che sta succedendo in questi anni: Internet ha cambiato le carte. Tradire è diventato troppo facile, scoprire che ti tradiscono, facilissimo».

Salerno letteratura dedica al tema dell’amore un ultimo incontro, alle 22 (largo Barbuti) con Simonetta Agnello Hornby e il suo “Caffè amaro” (Feltrinelli), dove protagonista è Maria. Di lei si innamora Pietro Sala. Sullo sfondo una Sicilia dalla bellezza struggente. Maria ha 15 anni, Pietro 34. Attraverso l’eros, cui Pietro la inizia, arriva la conoscenza di sé e dei propri desideri.

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