Il SOGNO MAZZINIANO
La spedizione di Sapri fu un’impresa tentata da Carlo Pisacane e da un gruppo di mazziniani. Il piano originale prevedeva di accendere un focolaio di rivolta in Sicilia dove era molto diffuso il...
La spedizione di Sapri fu un’impresa tentata da Carlo Pisacane e da un gruppo di mazziniani. Il piano originale prevedeva di accendere un focolaio di rivolta in Sicilia dove era molto diffuso il malcontento contro i Borbone. Il 4 giugno 1857 Pisacane si riunì con gli alti capi della guerriglia per stabilire tutti i particolari dell'impresa.
Un primo tentativo fallito si ebbe il 6 giugno: l'avanguardia di Rosolino Pilo perse il carico di armi destinato all'impresa in una tempesta. Con l'intento di raccogliere armi e consensi Pisacane si recò a Napoli, travestito da prete. L'esito fu deludente ma Pisacane non si lasciò scoraggiare persistendo nei suoi intenti.
Il 25 giugno 1857 a Genova Pisacane s'imbarcò con altri ventiquattro sovversivi, tra cui Giovanni Nicotera e Giovan Battista Falcone, sul piroscafo di linea Cagliari, della Società Rubattino, diretto a Tunisi. Ma anche questa volta Pilo fallì nel compito assegnatogli e lasciò Pisacane senza le armi. Il 26 giugno sbarcò a Ponza dove, sventolando il tricolore, riuscì a liberare 323 detenuti, poche decine dei quali per reati politici per il resto delinquenti comuni, aggregandoli quasi tutti alla spedizione. Il 28, il Cagliari ripartì carico di detenuti comuni e delle armi sottratte al presidio borbonico. La sera i congiurati sbarcarono a Sapri, ma non trovarono ad attenderli quelle masse rivoltose che si attendevano. Anzi furono affrontati dalle falci dei contadini ai quali le autorità borboniche avevano per tempo annunziato lo sbarco di una banda di ergastolani evasi dall'isola di Ponza. Il 1º luglio, a Padula vennero circondati e 25 di loro furono massacrati dai contadini. Gli altri, per un totale di 150, vennero catturati e consegnati ai gendarmi.
Un primo tentativo fallito si ebbe il 6 giugno: l'avanguardia di Rosolino Pilo perse il carico di armi destinato all'impresa in una tempesta. Con l'intento di raccogliere armi e consensi Pisacane si recò a Napoli, travestito da prete. L'esito fu deludente ma Pisacane non si lasciò scoraggiare persistendo nei suoi intenti.
Il 25 giugno 1857 a Genova Pisacane s'imbarcò con altri ventiquattro sovversivi, tra cui Giovanni Nicotera e Giovan Battista Falcone, sul piroscafo di linea Cagliari, della Società Rubattino, diretto a Tunisi. Ma anche questa volta Pilo fallì nel compito assegnatogli e lasciò Pisacane senza le armi. Il 26 giugno sbarcò a Ponza dove, sventolando il tricolore, riuscì a liberare 323 detenuti, poche decine dei quali per reati politici per il resto delinquenti comuni, aggregandoli quasi tutti alla spedizione. Il 28, il Cagliari ripartì carico di detenuti comuni e delle armi sottratte al presidio borbonico. La sera i congiurati sbarcarono a Sapri, ma non trovarono ad attenderli quelle masse rivoltose che si attendevano. Anzi furono affrontati dalle falci dei contadini ai quali le autorità borboniche avevano per tempo annunziato lo sbarco di una banda di ergastolani evasi dall'isola di Ponza. Il 1º luglio, a Padula vennero circondati e 25 di loro furono massacrati dai contadini. Gli altri, per un totale di 150, vennero catturati e consegnati ai gendarmi.