LA STORIA

Il “miracolo dei fiori” che beatificò Padre Pio

La salernitana De Martino con un male incurabile guarì il giorno dopo il ricovero

Una guarigione repentina e ritenuta eccezionale dai medici testimoni e dai vari periti per la modalità con cui è avvenuta. Così viene definita la ripresa di Consiglia De Martino che il 1 novembre 1995 fu ricoverata presso l’ospedale “Ruggi” di Salerno dopo aver avuto una sensazione di oppressione al petto e dopo essersi accorta di avere un “senso di gonfiore” nella zona sopraclaveare sinistra dove era presenta una grossa tumefazione della grandezza di un’arancia. Arrivata in ospedale la diagnosi fu presto fatta: «Presenza di raccolta fluida in sede latero-cervicale sn che si estrinseca in sede sopra e sotto-claveare omolaterale, comprimendo e dislocando le strutture viciniori verso il controllato. Disomogeneità con presenza di fluido anche in sede mediastinica e retrocrurale.

Presenza di raccolta fluida della stessa densità di quella trovata a livello cervicale, nel retroperitoneo mediano adesa ai grossi vasi, agli psoas ed agli ureteri». L’unica terapia possibile era quindi quella chirurgica come riportato dalla letteratura medica. Ma qui succede qualcosa di prodigioso e miracoloso. Così come raccontato da Consiglia De Martino nel docu-film “Tornerò tra cent’anni” di Luigi Ferraiuolo: «Durante la Tac ho pregato, mi sono fidata e affidata a Padre Pio, davanti ai miei occhi avevo sempre e solo il crocifisso di San Giovanni Rotondo. E quando sono risalita in corsia ho sentito un fortissimo profumo di fiori». E così il giorno dopo inaspettatamente le condizioni della paziente iniziano a migliorare. L’eccezionalità dell’evento è legato alla pressoché immediata, completa e spontanea scomparsa di una ingente quantità di liquido, stimata in circa due litri, che per la sua composizione e per il suo elevato contenuto di sostanze, sicuramente non è suscettibile di riassorbimento spontaneo.

«La risoluzione spontanea della patologia permette di evitare l’intervento chirurgico - spiega lo storico cilentano Osvaldo Marrocco che ha riportato in auge la storia proprio nel giorno in cui ricorre la canozzazione di San Pio da Pietralcina - già programmato perché inizialmente ritenuto indispensabile ai fini della guarigione clinica». E così già nelle prime 24 ore di degenza, la sintomatologia soggettiva regredisce spontaneamente tanto che la paziente diviene completamente asintomatica e il giorno 3 novembre all’esame obiettivo, la tumefazione non è più rilevabile. La malata fu comunque trattenuta in ospedale per l’esecuzione di altri accertamenti. Il 4 novembre, un esame ecografico non evidenzia raccolta a livello addominale e la radiografia del torace, dopo circa tre giorni, recita: «Allo stato attuale non c’è esistenza di raccolte».

Lunedì 6 novembre persistendo condizioni di completo benessere, la paziente Consiglia De Martino viene dimessa dall’ospedale clinicamente guarita. La diagnosi alla dimissione viene così formulata: «Spandimento di liquido dalla fossa sovraclaveare sn lungo il mediastino posteriore ed il retroperitoneo fino allo psoas di sn di sospetta filtrazione traumatica del dotto toracico al suo sbocco». La linfa determina un aumento di liquidi nel comparto dove avviene lo spandimento, salvo che non venga drenata. «In questo caso, invece, - sottolinea Marrocco - non solo non vi è stato un aumento del versamento nelle cavità in cui vi era linfa, ma al contrario una scomparsa così rapida è avvenuta in modo inspiegabile clinicamente e scientificamente, con conseguente guarigione clinica». Dopo la dimissione vengono eseguiti numerosi controlli clinici e strumentali da cui si evince che la guarigione è stata completa e duratura nel tempo. Insomma il “miracolo dei fiori” è avvenuto e sarà anche alla base della «beatificazione di Padre Pio», conclude Marrocco.