IL LIBRO
Ecco i “Pensieri sparsi” di Todaro
l giornalista ha pubblicato un volume nel quale raccoglie settant’anni di “storie”
Ripercorrendo criticamente la sua lunga e variegata epopea di giornalista con oltre settant’anni di carriera, Enzo Todaro affida ai “Pensieri sparsi” un racconto denso e coinvolgente che si struttura in tanti capitoli brevi caratterizzati da una scrittura fluida e pregnante senza mai togliere al lettore il piacere della sua riflessione arguta e della sua narrazione avvincente e coinvolgente. Il libro non è soltanto per l’autore - presidente dell’Associazione Giornalisti Salernitani - prova di giudizio e di riflessione critica verso i fatti e i contesti scottanti che lui ha vissuto e raccontato nel corso di molti decenni ma è anche fulgido documento per il lettore appassionato. Costante il suo amore per la professione, la sua formazione, la rettitudine e la consapevolezza di volere e dover fare bene il proprio mestiere: «Con la schiena dritta», ama ripetere. Il racconto del fatto per l’autore diviene la fonte per aprire un’intrigante serie di cerchi uno dentro l’altro e far rivivere fatti, persone, incontri, ospiti illustri ma pure colleghi e giovani giornalisti formati alla sua scuola. Una parte consistente del volume è dedicato al costante impegno come cronista di “nera”: offre l’occasione per produrre interessanti riflessioni sulla criminalità organizzata.
«Se non si interverrà con provvedimenti di politica sociale la criminalità non conoscerà sconfitta», afferma Todaro portando come esempio Pietro Grasso, don Pino Puglisi, Angelo Vassallo e uomini di Stato che hanno reso onore e servizio a Salerno quali Ugo Macera e Antonio Marchesiello. Se l’autore dà voce ad edifici che urlano dolore e miseria umana (come le rovine di Conza nel terremoto del 1980 o l’ex manicomio di Nocera), è la riconoscenza e l’appagamento per i riconoscimenti di un giusto lavoro la sensazione che si accompagna al ricordo degli incarichi ricevuti: stella polare la sua indipendenza e la lotta a ogni forma di clientelismo. Il lettore troverà una biografia di un giornalista esperto, dall’intervista dapprima negata, evangelicamente resa per il «mettersi ai primi posti» (come per Peter O’ Tool) o capace d’instaurare rapporti di stima con eminenti personalità letterarie (vedi Giuseppe Prezzolini). Da anarchico individualista, Todaro, ha dato voce al lettore raccontando vicende umane più diversificate, contestualizzandole nella collettività. Questo è stato il suo metodo vincente.
Stefano Pignataro