Dal blog al libro, l’evoluzione del Signor Distruggere
Il salernitano Vincenzo Maisto racconta il fenomeno delle “mamme pancine” «Porto allo scoperto i gruppi di donne che parlano tra loro di maternità estreme»
Donne col pancione che si scattano selfie davanti allo specchio, che modellano gioielli o realizzano dolci utilizzando la placenta e il latte materno, discussioni sul free bleeding, e cioè la pratica di donne che, nei giorni del ciclo mestruale, non fanno nulla per nascondere le loro cose.
Un universo parallelo, nato su facebook, quello della cosiddette “mamme pancine”, donne e madri che scambiano consigli in rete sull’esperienza della maternità e che si autodefiniscono “pancine”.
Un fenomeno, specchio dei tempi 2.0, emerso grazie all’intraprendenza e alla curiosità di uno dei blogger più seguiti d’Italia. Lui è il Signor Distruggere, ovvero Vincenzo Maisto, di Salerno. Tramite la sua piattaforma è riuscito a raccontare le situazioni più impensabili e splatter del mondo afferente alle giovani madri, pubblicando adesso un libro “Pancine d’amore” (Rizzoli, pp.264) che sarà presentato oggi alla Feltrinelli di Salerno alle 18.
L’attività di blogger ha avuto inizio nel 2011. Ma all’epoca erano altri gli argomenti di cui parlava, come il precariato giovanile, e ai quali si ispirò per un primo libro pubblicato per la Echos Edizioni “Distruggere i sogni altrui esponendo la realtà oggettiva”. «Era un libro umoristico – dice l’autore – e si rifaceva ad una rubrica che si chiamava “Il mio essere choosy”, un epiteto legato al ministro Fornero che definì i giovani appunto “choosy” . Il blog ha poi avuto varie metamorfosi, ha iniziato ad interessarsi dei fenomeni del web. I followers mi mandano ogni giorno segnalazioni su quello che per loro risulta surreale.L’argomento dell’ultimo anno è stato quello delle mammine pancine, gruppi aperti, segreti e chiusi su facebook, dove mamme si ritrovano per darsi consigli in merito alla maternità estrema. Esistono migliaia di pagine con milioni di followers in tutto il mondo. Tra i tanti ce ne sono alcuni che destano ilarità perché si rifanno a un concetto della donna bigotta, superstiziosa».
Nel libro ci son riferimenti su come e dove cercare questi casi limite. «Se ci si collega a Youtube, si trovano tutorial sull’argomento. Le amministratrici di questi gruppi pubblicano messaggi in forma anonima e non possiamo sapere se sono dei troll, ovvero persone che scrivono cose assurde per creare discussioni». Maisto è riuscito ad apprendere informazioni grazie a “talpe”. «Tra le storie più strane, quella di una madre che aveva in casa due gatti, un maschio e una femmina. In particolare, il primo dava dei bacini al figlio della signora, la quale per evitare che “omosessualizzasse” il bambino ha regalato il gatto a sua sorella». Un fenomeno quello delle “pancine” che si inserisce all’interno del macromondo social.
«Da un certo punto di vista concordo con le parole di Umberto Eco, quando disse che i social hanno dato parola a milioni di imbecilli – spiega Maisto – Il fatto è che questi gruppi sono diventati anche luoghi virtuali in cui pubblicano foto di bambini nudi come fosse una sala di aspetto del pediatra o di un dermatologo». Il blogger salernitano ha ricevuto minacce di morte, per aver raccontato questo mondo. «Mi sorprende che non sia scattata l’operazione boicottaggio, forse perché hanno la consapevolezza che la loro azione si trasformerebbe nella più potente delle campagne pubblicitarie» conclude.
Davide Speranza
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Un universo parallelo, nato su facebook, quello della cosiddette “mamme pancine”, donne e madri che scambiano consigli in rete sull’esperienza della maternità e che si autodefiniscono “pancine”.
Un fenomeno, specchio dei tempi 2.0, emerso grazie all’intraprendenza e alla curiosità di uno dei blogger più seguiti d’Italia. Lui è il Signor Distruggere, ovvero Vincenzo Maisto, di Salerno. Tramite la sua piattaforma è riuscito a raccontare le situazioni più impensabili e splatter del mondo afferente alle giovani madri, pubblicando adesso un libro “Pancine d’amore” (Rizzoli, pp.264) che sarà presentato oggi alla Feltrinelli di Salerno alle 18.
L’attività di blogger ha avuto inizio nel 2011. Ma all’epoca erano altri gli argomenti di cui parlava, come il precariato giovanile, e ai quali si ispirò per un primo libro pubblicato per la Echos Edizioni “Distruggere i sogni altrui esponendo la realtà oggettiva”. «Era un libro umoristico – dice l’autore – e si rifaceva ad una rubrica che si chiamava “Il mio essere choosy”, un epiteto legato al ministro Fornero che definì i giovani appunto “choosy” . Il blog ha poi avuto varie metamorfosi, ha iniziato ad interessarsi dei fenomeni del web. I followers mi mandano ogni giorno segnalazioni su quello che per loro risulta surreale.L’argomento dell’ultimo anno è stato quello delle mammine pancine, gruppi aperti, segreti e chiusi su facebook, dove mamme si ritrovano per darsi consigli in merito alla maternità estrema. Esistono migliaia di pagine con milioni di followers in tutto il mondo. Tra i tanti ce ne sono alcuni che destano ilarità perché si rifanno a un concetto della donna bigotta, superstiziosa».
Nel libro ci son riferimenti su come e dove cercare questi casi limite. «Se ci si collega a Youtube, si trovano tutorial sull’argomento. Le amministratrici di questi gruppi pubblicano messaggi in forma anonima e non possiamo sapere se sono dei troll, ovvero persone che scrivono cose assurde per creare discussioni». Maisto è riuscito ad apprendere informazioni grazie a “talpe”. «Tra le storie più strane, quella di una madre che aveva in casa due gatti, un maschio e una femmina. In particolare, il primo dava dei bacini al figlio della signora, la quale per evitare che “omosessualizzasse” il bambino ha regalato il gatto a sua sorella». Un fenomeno quello delle “pancine” che si inserisce all’interno del macromondo social.
«Da un certo punto di vista concordo con le parole di Umberto Eco, quando disse che i social hanno dato parola a milioni di imbecilli – spiega Maisto – Il fatto è che questi gruppi sono diventati anche luoghi virtuali in cui pubblicano foto di bambini nudi come fosse una sala di aspetto del pediatra o di un dermatologo». Il blogger salernitano ha ricevuto minacce di morte, per aver raccontato questo mondo. «Mi sorprende che non sia scattata l’operazione boicottaggio, forse perché hanno la consapevolezza che la loro azione si trasformerebbe nella più potente delle campagne pubblicitarie» conclude.
Davide Speranza
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