Cultura e scienza per la collettività

L’impegno della Fondazione Gaeta che da cinque anni organizza il Premio Levi

Redigere la Carta dei diritti umani di quarta generazione con riferimento alla bioetica. Si parla di norme universali, diritti umani imprescindibili e del loro bisogno di ampliamento attraverso la contemplazione delle evoluzioni dei sistemi ambientali, migratori, tecnologici e non solo. Così si sintetizza uno degli ultimi obiettivi della Fondazione Luigi Gaeta – Centro studi Carlo Levi con sede a Eboli. Sotto la spinta propulsiva del magistrato Silvana Arbia, in visita a Eboli lo scorso dicembre, si è riusciti a mettere in piedi un progetto ambizioso che sta coinvolgendo anche alunni dei licei del territorio. Grazie anche alla collaborazione del fisico Erasmo Venosi, del filosofo Giuseppe Cantillo, del professore di fama internazionale Giulio Tarro, rispettivamente coordinatore e membri del comitato scientifico, la fondazione si concentra su un campo interdisciplinare come quello della bioetica. Si affrontano tematiche non soltanto relative alla nascita e alla morte (come la fecondazione assistita, il fine della vita e il dibattito connesso) ma anche all’ambiente e alle modalità di comportamento nella società influenzata dalla civiltà tecnologica. Un altro impegno, un’altra sfida. Sfide a cui però la fondazione Luigi Gaeta è abituata.

Partendo dal premio letterario “Carlo Levi”, che giunge quest’anno alla sua quinta edizione, l’ente continua la sua missione di collante aggregativo per la tutela del sapere. Figura di primo piano e presidente della fondazione è Rosaria Gaeta che inizia la sua attività in silenzio, negli anni che seguono la morte del padre Luigi. Da allora, è riuscita a trasferire nell’impegno sociale e nella promozione culturale il grande vuoto lasciato dal padre. Inizialmente, grazie alla solidarietà di persone a lei vicine, si è concentrata sul sostegno dei bambini malati di tumore, con iniziative di beneficenza sul territorio nazionale. Poi, attraverso la quotidiana attività dell’associazione, che solo nel 2015 è diventata ente fondazione, è riuscita ad aggregare attorno a questo progetto di vita anche grandi personalità di spicco del panorama intellettuale e culturale. Il premio letterario “Carlo Levi”, con una prima edizione nel 2013 è riuscito ad affermarsi come una delle più autorevoli e interessanti competizioni meridionali. Non soltanto concorso letterario con le differenti sezioni, ma anche momento di scambio culturale legato alla figura di un grande autore che ha lasciato il suo segno indelebile nel Mezzogiorno. «L’eredità di Carlo Levi non dovrebbe sfuggire a nessun cittadino della nostra terra. Molti si fermano alla lettura di “Cristo si è fermato a Eboli”. Bisogna proseguire, leggere “Paura della Libertà” e si capisce quanto siano attuali i suoi messaggi» dice Rosaria Gaeta. Ad oggi, Gaeta si destreggia tra i suoi affetti più cari, l’amatissimo nipotino e le sue letture. Si pone sempre nuovi obiettivi. Anche se troppe perdite affettive hanno segnato inevitabilmente il suo modo di affrontare la vita. Non si piega davanti al dolore, lo assorbe e ne fa forza da distribuire ad altri. È una temeraria trascinatrice e se parla del domani vede grandi obiettivi davanti a sé, magari anche qualche sogno da realizzare. «Quando al mattino ci svegliamo e ci guardiamo allo specchio – dice – dobbiamo fare i conti con quello che siamo. La dignità porta in alto un individuo e una persona dignitosa è una persona capace di tutto, anche di far muovere quegli ingranaggi rotti della società, fatica a cui mai nessuno dovrebbe rinunciare».

Rossella Fusco

©RIPRODUZIONE RISERVATA