«Così catturo i suoni del cibo Ma che fatica con le bufale...»
«Il progetto “Campionocose” è nato durante la pandemia grazie ai miei followers La collaborazione con “Agrifood Future”? Felice di raccontare il mio territorio»
Alessandro Fontana, giovane salernitano classe 1993 emigrato a Marsiglia, è il protagonista di una campagna social molto particolare. Per “Agrifood Future” - il festival sul cibo del futuro che prende il via oggi a Salerno e proseguirà fino al 20 settembre - con il suo progetto, “Campionocose”, si è impegnato a raccontare i suoni della produzione di tre eccellenze del del nostro territorio (pomodoro, rucola e mozzarella di bufala) per portare questi contenuti, anche tecnici, ad un pubblico sempre più ampio (e giovane).
Alessandro, come arrivi al progetto “Campionocose”?
Ho iniziato a suonare la chitarra da autodidatta e, nel corso degli anni, mi sono avvicinato al mondo della fonia e della produzione musicale. Ho studiato al conservatorio come Tecnico del Suono e ho iniziato a suonare in band locali e a conoscere l’ambiente degli studi di registrazione Campani avvicinandomi a tanti strumenti ritmici e melodici.
E ora “Campionocose”...
L’idea è nata durante la quarantena. Il rimanere da soli dopo un po’ di tempo ha fatto nascere la voglia di comunicare qualcosa. Credo che questi momenti abbiano stimolato, non solo in me, la voglia di fare qualcosa di più creativo e abbiano fatto riscoprire la voglia di stare insieme e fare musica in modo diverso. Quindi ho iniziato a chiedere ai miei followers di inviarmi tramite stories i suoni folli della loro quarantena. E alla fine sono arrivati! Le persone hanno iniziato a “giocare” con me e con quei suoni ho iniziato a comporre musica.
Dopo la quarantena hai lasciato Salerno, perché?
Questa esperienza di “confinamento forzato” mi ha portato a voler vedere, imparare e condividere esperienze diverse dalla mia quotidianità, dalla mia cultura. Oggi abito a Marsiglia e credo che molta della mia felicità (che forse riesco a trasmettere in quello che faccio) sia dovuta a quel che vivo in questa città. Un posto pieno di controversie, pieno di arte, musica e di contaminazione culturale.
Da dove viene l’idea della realizzazione di questa campagna?
L’idea è venuta Alex Giordano, direttore scientifico di “Agrifood Future”. Con Alex sono amico da quando ero un ragazzino. È stato lui ad avere l’intuizione di utilizzare “Campionocose” come cavallo di troia che facesse arrivare ai giovani contenuti nei quali non si sarebbero mai imbattuti utilizzando un linguaggio a loro affine.
C’è qualche aneddoto particolare avvenuto durante la registrazione dei video che ti va di raccontare?
La cosa più divertente sicuramente è stata l’attesa nella stalla con le bufale per registrare il loro muggito. Lì abbiamo scoperto che non era semplicissimo poterle sentire muggire, quindi siamo stati in doveroso silenzio credo per tre ore...
Pensi che l’innovazione scientifica e tecnologica (non solo in ambito agroalimentare) possa aprire nuove opportunità per i giovani del territorio?
Credo che la mia generazione abbia un interesse e sensibilità maggiore sotto questo aspetto: noto un certo orgoglio e fierezza nei ragazzi quando si parla di determinati prodotti e luoghi. L’innovazione scientifica e tecnologica, ma soprattutto l’utilizzo dei linguaggi e mezzi di comunicazione adeguati possono sicuramente aumentare l’interesse verso questo settore.
In definitiva sei contento di dare il tuo contributo ad “Agrifood Future”?
Sono super fiero e felice di poter parlare e raccontare del mio territorio con la mia musica. Ringrazio Alex Giordano e tutti i giovani ricercatori di Rural Hack che hanno sviluppato con me tutto ciò e che hanno avuto un po’ di follia nello scegliere “Campioncose” per questo Festival.(gds)
©RIPRODUZIONE RISERVATA
GUARDA I VIDEOE COMMENTAWWW.LACITTADISALERNO.IT
Alessandro, come arrivi al progetto “Campionocose”?
Ho iniziato a suonare la chitarra da autodidatta e, nel corso degli anni, mi sono avvicinato al mondo della fonia e della produzione musicale. Ho studiato al conservatorio come Tecnico del Suono e ho iniziato a suonare in band locali e a conoscere l’ambiente degli studi di registrazione Campani avvicinandomi a tanti strumenti ritmici e melodici.
E ora “Campionocose”...
L’idea è nata durante la quarantena. Il rimanere da soli dopo un po’ di tempo ha fatto nascere la voglia di comunicare qualcosa. Credo che questi momenti abbiano stimolato, non solo in me, la voglia di fare qualcosa di più creativo e abbiano fatto riscoprire la voglia di stare insieme e fare musica in modo diverso. Quindi ho iniziato a chiedere ai miei followers di inviarmi tramite stories i suoni folli della loro quarantena. E alla fine sono arrivati! Le persone hanno iniziato a “giocare” con me e con quei suoni ho iniziato a comporre musica.
Dopo la quarantena hai lasciato Salerno, perché?
Questa esperienza di “confinamento forzato” mi ha portato a voler vedere, imparare e condividere esperienze diverse dalla mia quotidianità, dalla mia cultura. Oggi abito a Marsiglia e credo che molta della mia felicità (che forse riesco a trasmettere in quello che faccio) sia dovuta a quel che vivo in questa città. Un posto pieno di controversie, pieno di arte, musica e di contaminazione culturale.
Da dove viene l’idea della realizzazione di questa campagna?
L’idea è venuta Alex Giordano, direttore scientifico di “Agrifood Future”. Con Alex sono amico da quando ero un ragazzino. È stato lui ad avere l’intuizione di utilizzare “Campionocose” come cavallo di troia che facesse arrivare ai giovani contenuti nei quali non si sarebbero mai imbattuti utilizzando un linguaggio a loro affine.
C’è qualche aneddoto particolare avvenuto durante la registrazione dei video che ti va di raccontare?
La cosa più divertente sicuramente è stata l’attesa nella stalla con le bufale per registrare il loro muggito. Lì abbiamo scoperto che non era semplicissimo poterle sentire muggire, quindi siamo stati in doveroso silenzio credo per tre ore...
Pensi che l’innovazione scientifica e tecnologica (non solo in ambito agroalimentare) possa aprire nuove opportunità per i giovani del territorio?
Credo che la mia generazione abbia un interesse e sensibilità maggiore sotto questo aspetto: noto un certo orgoglio e fierezza nei ragazzi quando si parla di determinati prodotti e luoghi. L’innovazione scientifica e tecnologica, ma soprattutto l’utilizzo dei linguaggi e mezzi di comunicazione adeguati possono sicuramente aumentare l’interesse verso questo settore.
In definitiva sei contento di dare il tuo contributo ad “Agrifood Future”?
Sono super fiero e felice di poter parlare e raccontare del mio territorio con la mia musica. Ringrazio Alex Giordano e tutti i giovani ricercatori di Rural Hack che hanno sviluppato con me tutto ciò e che hanno avuto un po’ di follia nello scegliere “Campioncose” per questo Festival.(gds)
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