Un viaggio emozionante nel cuore di uno dei territori più affascinanti d’Italia. Il Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni è stato protagonista su Rai 3, nel programma Geo, con il documentario “Il richiamo del Cilento”, firmato dal regista Gianpiero Capecchi. Frutto di un lavoro attento e appassionato, iniziato un anno e mezzo fa con un’esplorazione sul campo, il documentario racconta la bellezza, la forza e la complessità di un territorio unico. Ma non si limita a restituire immagini spettacolari di paesaggi e natura incontaminata: “Il richiamo del Cilento” è soprattutto un racconto di storie umane, di sogni, di ritorni e di nuove radici.
Al centro ci sono donne e uomini che hanno scelto il Cilento come casa e come sfida: persone che hanno lasciato città, Paesi stranieri o altre regioni italiane per trasferirsi in questo angolo di Sud e costruire qui la propria impresa, la propria famiglia, la propria vita. Con coraggio e determinazione, intrecciando tradizioni locali e innovazione, hanno trasformato le difficoltà in opportunità, portando nuova energia in contesti segnati da spopolamento e criticità economiche.
Tra le storie raccontate ci sono Linda e Vincenzo, che da Lugano si sono trasferiti a San Mango Cilento per recuperare terreni abbandonati e avviare un’azienda agricola. C’è Rosa, che a Castel San Lorenzo, nel laboratorio ricavato da una vecchia abitazione, produce carta dalla tunica d’aglio. Giulia e il compagno, dopo esperienze a Venezia, negli Stati Uniti e in Svizzera, hanno scelto Orria, paese del nonno, per aprire un laboratorio di ceramica. Sara, da Bruxelles a Ceraso, trasforma reti per la raccolta delle olive e vele dismesse in borse e oggetti creativi, promuovendo il riuso e la sostenibilità. Sempre a Ceraso, i fratelli Luigia, Edmondo e Simona gestiscono un’azienda agricola dedicata all’allevamento e all’agricoltura rigenerativa. Il documentario ha raccontato anche l’iniziativa del mercato di Rareche di Vallo della Lucania, luogo d’incontro tra agricoltori, produttori e artigiani.
«Attraverso le loro voci e le loro esperienze, il bellissimo documentario del regista Gianpiero Capecchi regala uno sguardo profondo e intimo sulla resilienza e sulla capacità di reinventarsi, valorizzando il territorio senza tradirne l’anima – è il commento dell’Ente Parco – È un omaggio al coraggio dei giovani, ma anche un invito a riscoprire le potenzialità del Parco che, pur essendo patrimonio mondiale Unesco, resta ancora in parte inesplorato e sorprendente».