La santa di cui oggi si fa memoria è accomunata alla sorella carnale Neomisia con cui ha trascorso tutta la vita. Aurelia e Neomisia, giunte nei pressi di Anagni, si stabiliscono in una borgata, detta Macerata, ai piedi del colle e qui, dopo una vita di preghiera e di penitenza, muoiono in pace. I loro corpi, venerati dagli abitanti del luogo, e sepolti dapprima in un oratorio della borgata, sono poi trasportati nel monastero di S. Reparata, presso le mura della città. In seguito il vescovo Rumaldo, in occasione della visita ad Anagni del papa Leone IX, fa traslare i resti nella cattedrale, e quando questa è ricostruita dal vescovo Pietro, essi sono stati onorevolmente collocati nella cripta di S. Magno, presso le spoglie di S. Secondina sotto l’altare ad esse dedicato.