S’avvicina alla conclusione il “Maggio dei Libri” del Comune di Battipaglia. La terza edizione della rassegna, arrivata anche in tantissime altre città d’Italia, sta raccogliendo numerosi consensi tra i battipagliesi che non hanno mancato di rispondere attivamente a tutte le iniziative e presentazioni letterarie che si sono svolte all’interno del salotto comunale, così com’è accaduto lo scorso sabato, quando al municipio è stata ospite la scrittrice Carmen Pellegrino. L’autrice, già ospite nella prima edizione del “Maggio dei Libri” di Battipaglia, è tornata in città per promuovere la sua più recente fatica letteraria, “Dove la luce”, edita da La Nave di Teseo e data alle stampe lo scorso febbraio. Nonostante i pochi mesi di vita, l’opera sta fruttando alla scrittrice, originaria di Postiglione, numerose gratificazioni e riconoscimenti, come la candidatura all’edizione 2024 del Premio Strega.
In un salotto comunale gremito, tanto da rincuorare chi si batte giorno dopo giorno per uno spazio di primordine per la cultura a Battipaglia, la scrittrice ha raccontato la storia che si cela dietro “Dove la luce”, in un incontro introdotto dal professore Baldassarre Chiaviello, che ha anche letto alcuni passaggi del libro, per addentrare ancor di più i presenti nella scoperta dell’opera di Pellegrino. I saluti istituzionali sono spettati, come sempre, alla prima cittadina Cecilia Francese, che insieme all’ex assessore e delegata al “Maggio dei Libri”, prof. Silvana Rocco, s’è detta entusiasta per la grande risposta della cittadinanza all’incontro con la scrittrice. Incontro che s’è rivelato ricco di spunti e di emozione, grande merito va chiaramente riconosciuto all’ospite, che con tanta generosità s’è concessa ai presenti guidandoli con mano nella sua scrittura ed in episodi di vita vissuta molto intimi e personali. Entrando nello specifico, si cosa parla “Dove la luce”? Si torna indietro ad una Roma di fine anni ’80, dove troviamo Milo, un uomo che ha perso tutto per colpa di altri, devotissimo alla morte – che invoca ogni giorno, ma che non ha il coraggio di infliggersi – e costretto a vivere per strada.
C’è poi Federico Caffè, figura ammantata di interrogativi destinati a non ricevere mai risposta. Il primo è un personaggio (forse) d’invenzione, il secondo un uomo realmente esistito, tra i protagonisti del dibattito politico ed economico degli anni ottanta e convinto sostenitore della necessità di assicurare alti livelli di occupazione e di protezione sociale ai ceti più deboli. La sua improvvisa scomparsa è un mistero rimasto tuttora irrisolto, il suo incontro con Milo è un nuovo enigma. Si arriva poi a Postiglione, febbraio 2023. Una voce narrante si fa carico della memoria della sua famiglia, ripercorre le fatiche e le gioie del debito d’amore che tutti abbiamo verso le nostre radici. Le vite di Milo e di Caffè entrano così nella storia di una donna, di un paese, di un’intera generazione in lotta, divisa tra l’odio e la malinconia per un tempo che, forse, non tornerà più. Il libro è stato candidato al Premio Strega 2024 da Gad Lerner.
Di seguito la motivazione che ne ha accompagnato la candidatura: «Propongo al Premio Strega il romanzo di Carmen Pellegrino “Dove la luce” perché mi ha sorpreso la riuscita felicissima di un’impresa che sulla carta avrei creduto pretenziosa: affrontare senza narcisismo ombelicale le dinamiche familiari, l’autocoscienza di una donna nata in un paesino del Sud – non sarà un caso se ormai le scrittrici meridionali fanno da battistrada alla narrativa italiana – intrecciandole con la ricerca storica che resta la seconda attività della scrittrice. Ecco allora, al centro della trama, un’interpretazione femminile, poetica, inedita sul mistero della scomparsa dell’economista Federico Caffè nel 1987; racconto dichiaratamente visionario che rivela però un retroterra di studio approfondito sull’Italia di quegli anni. L’erudito accademico Caffè troverà nell’incontro casuale con un uomo ridotto in miseria, Milo, un esito imprevisto: la catarsi dello scomparire. Ad accompagnarlo in questo percorso sarà la corrispondenza con l’adorata Simone Weil (Adolphine), punto di riferimento esistenziale e filosofico dell’autrice stessa. Un romanzo onirico che sa essere al tempo stesso romanzo storico e sociale; plasmato con maestria da una letterata colta senza mai essere distaccata. Proprio come Federico Caffè».