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Area protetta, i lupi una presenza stabile

di Marianna Vallone
Il monitoraggio ha fornito dati cruciali sull’ecologia di questa specie nel secondo Parco nazionale più esteso in Italia
Area protetta, i lupi una presenza stabile

Una presenza stabile di numerosi nuclei di lupi, alcuni dei quali con fino a 6 individui. Lo rivela un’importante ricerca condotta nel Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni che rientra nel progetto nazionale “WOLFNExT – Parchi a sistema per il futuro del Lupo in Italia”. K’ Nature, società di zoologi con anni di esperienza nel campo della ricerca scientifica e dell’ecoturismo, su incarico dell’Ente Parco Nazionale del Cilento, Valle di Diano ed Alburni, ha portato avanti il monitoraggio del Lupo appenninico (Canis lupus italicus) nel territorio dell’area protetta nel periodo compreso tra luglio 2022 e settembre 2023.

L’attività di monitoraggio ha fornito dati cruciali sull’ecologia di questa specie nel secondo parco nazionale più grande d’Italia. Gli esperti di k’Nature hanno utilizzato una varietà di tecniche, tra cui il fototrappolaggio e il wolf howling, per raccogliere informazioni sulla distribuzione e il comportamento dei lupi.

«Dei circa 500 dati di presenza, gli escrementi hanno rappresentato, di gran lunga, la tipologia di segni di distribuzione più abbondante – si legge nel report – Le altre tipologie di dati (avvistamenti mediante fototrappolaggio, rinvenimento di esemplari morti, resti di predazione, tracce su fango o neve) hanno costituito poco meno del 40% del totale, la maggioranza dei quali rappresentato dagli avvistamenti tramite video-fototrappolaggio. Tale tecnica ha permesso di testimoniare la presenza di numerosi nuclei, alcuni dei quali comprendenti fino a 6 individui». Questo studio fa seguito al monitoraggio condotto nello stesso territorio da ottobre 2020 a marzo 2021 che aveva fornito, come risultato, la raccolta di un totale di 381 dati di presenza e l’accertamento della presenza della specie nel 100% delle celle indagate. L’area di studio all’interno del nuovo monitoraggio è stata aggiornata ed ampliata, con un totale di 18 celle in più rispetto al precedente monitoraggio, andando a ricoprire l’intero territorio del Parco. Dai risultati emerge anche un’alta mortalità della specie all’interno del Parco, con alcuni esemplari uccisi in incidenti stradali o da predatori come i cinghiali. Inoltre, la presenza di cani rinselvatichiti aumenta il rischio di ibridazione e inquinamento genetico per i lupi presenti nell’area.

«Tramite video-fototrappolaggio, è stato anche possibile confermare l’avvenuta riproduzione per uno dei nuclei individuati nel corso del monitoraggio, grazie a delle immagini (risalenti ad agosto 2023) mostranti il branco con almeno 3 cuccioli a seguito – si legge ancora nella relazione finale Ulteriore fattore particolarmente rilevante emerso durante il monitoraggio è stata l’indicazione di un’elevata mortalità della specie all’interno del territorio del Parco. Gli esemplari di lupi morti rinvenuti sono stati in totale 6 di cui 4 uccisi da incidenti stradali ed uno, caso molto interessante, molto probabilmente ucciso a causa di ferite inflitte da un cinghiale. Questi ritrovamenti fanno ipotizzare che la causa principale di mortalità del lupo all’interno del parco sia, molto probabilmente, da attribuire agli investimenti, nonostante permangono dubbi sul ruolo del bracconaggio tuttora, malauguratamente, presente nell’area protetta». I dati sono stati raccolti da 11 operatori della Kayla Nature (K’ Nature). L’attività di campo ha anche permesso di raccogliere numerosi dati interessanti su altre specie di mammiferi presenti nel territorio dell’area protetta del Parco, come l’istrice, la puzzola, la lontra, il gatto selvatico, il cervo e il capriolo.

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