Trattamento illecito dei rifiuti Il maxi-processo rischia lo stop
L’inchiesta sull’impianto di Polla: alla sbarra ci sono 28 persone tra imprenditori, tecnici e politici I legali sollevano l’eccezione della competenza territoriale. Molti dei reati prossimi alla prescrizione
POLLA. Scandalo rifiuti nell’impianto di Polla: parte il processo di primo grado ma, per alcuni reati, si profila già la prescrizione. È stato incardinato ieri, dinanzi ai giudici della Seconda sezione penale di Salerno, presidente Vincenzo Siani, il processo che vede imputate una trentina di persone, tra imprenditori, tecnici comunali e politici del Vallo di Diano.
Sollevate dai difensori degli imputati numerose eccezioni preliminari, su tutte l’incompetenza territoriale. L’udienza è stata aggiornata a metà gennaio quando il tribunale scioglierà la riserva.
Quando furono consumati i reati ambientali contestati ai 28 imputati, tra il 2009 e il 2013, si era in una fase emergenziale dei rifiuti in Campania. Secondo la tesi del collegio difensivo (composto, tra gli altri, dagli avvocati Francesco Saverio Dambrosio, Agostino Allegro, Costantino Cardiello, Antonietta Cennano, Franco Maldonato e Pierpaolo De Notaris), la competenza territoriale era della procura di Napoli perché si era sotto la gestione commissariale. Per quest’eccezione, se fosse accolta, gli atti sarebbero da inviare ai giudici partenopei.
Lo scandalo scoppiò con l’inchiesta della Dda di Salerno, pm Vincenzo Montemurro e Giancarlo Russo, che indagarono sulla società “Fond.Eco” di Polla e sul suo titolare, l’imprenditore Tommaso Palmieri che, ad avviso degli inquirenti, era a capo di un’organizzazione che riciclava ingombranti provenienti anche dalla vicina Basilicata. Per i traffici considerati illegali dagli inquirenti l’organizzazione della Fond.Eco di Polla e, in una seconda fase, dopo la cessione del ramo d’azienda, della Sra (Sviluppo Risorse Ambientali) che aveva sede sempre in località San’Antuono. Per la Dda furono commesse irregolarità nello smaltimento dei rifiuti ingombranti misti. In alcuni casi la raccolta era avvenuta senza le prescritte autorizzazioni commissariali. Tutte accuse che ora dovranno essere vagliate in sede dibattimentale.
A processo per associazione per delinquere e smaltimento illegale di rifiuti sono chiamati Tommaso e Alfonso Palmieri di Battipaglia, Antonio Cancro di Polla, Luigi Cardiello di Sant’Arsenio, Francesco Amabile di Rutino, Osvaldo Ambrosio di Balvano, Sergio Annunziata di Polla, Dario Barbirotti di Salerno, Valentino Boffa di Buccino, Vincenzo Capasso di Salerno, Vito Capurso di Centola, Anita Cataldo di Eboli, Damiano Celso di Ogliastro Cilento, Antonio Colella di Marsico Nuovo, Pasquale Cristofaro di Contursi Terme, Vito D’Andrea di San Giovanni a Piro, Cono De Luca di Teggiano, Nicola Del Gaudio di Montano Antilia, Mario Tura di Contursi, Antonio Ferrara di Corleto Monforte, Donato Vincenzo Gagliardi di Stigliano, Giovanni Graziano di Sant’Arsenio, Giulio Grieco di Oliveto Citra, Guglielmo Guglielmelli di Centola, Francesco Landi di Mercato San Severino, Francesco Lo Schiavo di Castallebate, Vincenzo Manduca di Sanza, Giuseppe Marmo di San Rufo, Antonio Mazzeo di Tramutola, Giuseppe Palladino di Brienza, Giovanni Pierro di Pellezzano, Marcello Saturno di Centola, Giovanni Siano di Sanza, Antonio Soria di Caselle in Pittari, Gerardo Spira di Agropoli, Mario Tardugno di Padula, Antonio Troiano di San Paolo Albanese, Biagio Turso di Celle di Bulgheria, Nicola Enrico Violante di Cerzosimo.
Altre posizioni sono state stralciate durante la fase preliminare delle indagini.
©RIPRODUZIONE RISERVATA