Tiziano

NAPOLI

Tiziano: «Così ho parato la malattia»

A 9 mesi gli fu diagnosticato un neuroblastoma, oggi ha 12 anni e sarà in campo con gli altri ragazzi che ce l’hanno fatta

NAPOLI. Dodici anni da compiere il prossimo 17 giugno, ma dietro quel filo di voce si nasconde già un piccolo ometto coraggioso. «Sono io, Tiziano», è lui stesso a rispondere al telefono. Napoletano verace, è appena rientrato a casa da scuola e all’idea di raccontare la sua avventura nel team “Be Together Napoli” non sta nella pelle. Provare a entrare nel mondo di un bambino non è sempre così facile come sembra, bisogna trovare la chiave giusta ed essere diretti, senza troppi giri di parole. «Che cosa significa per te questo torneo?». La sua risposta non è immediata, lascia passare qualche secondo per poi rispondere con una sincerità disarmante: «La prima botta di felicità è stata quella di andare a Milano, fin da piccolo sognavo di andarci: sapere che avrei fatto questo viaggio con la mia squadra e con i miei compagni “speciali” poi è stata una bellissima notizia, negli allenamenti ci siamo divertiti tantissimo anche grazie a chi ci è stato intorno, dai volontari al mister, alla nostra psicologa Valentina».
Un neuroblastoma al quarto stadio con due metastasi ossee, Tiziano ha appena 9 mesi di vita quando la malattia prende prepotentemente forma nel suo corpicino indifeso: una pallina dura dietro la surrenale che proprio non convince i dottori, due ecografie senza successo, ma è alla terza che diventa tutto più chiaro. Esattamente 11 anni fa ebbe inizio il lungo calvario di Tiziano «che morì e risuscitò in due notti» racconta papà Daniele. Tra corsie di ospedale e camere sterili – luogo in cui il piccolo rimarrà per ben due mesi – trascorrono diversi anni. «Ero troppo piccolo per poter ricordare quel periodo, ma ancora oggi mi capita di avere dei flashback nei corridoi dell’ospedale, o nel lettino della risonanza magnetica quando faccio i controlli di routine». C’è una cosa che però ricorda con lucidità: l’affetto e il calore della sua famiglia, il supporto dell’associazione Open e quello dei medici che, giorno dopo giorno, hanno regalato a Tiziano e ai suoi genitori una speranza in più.
La sua grande passione è il calcio, e l’Inter – il Football Club Internazionale Milano è uno dei promotori del torneo di calcio a sette – è la squadra del cuore: nei giorni scorsi, è stato proprio l’attaccante nerazzurro Mauro Icardi a consegnare alle dodici squadre protagoniste della Winners Cup 2017 le fasce da capitano da lui autografate. «Non vedo l’ora di incontrare i miei beniamini su a Milano, sono emozionatissimo» esclama.
Ha tanto da insegnare il piccolo grande Tiziano, in quegli 11 anni vissuti con il peso di una sofferenza che porterà per sempre con sé ma che oggi gli dà la forza di credere nei sogni e nella vita che ora può affrontare con il coraggio di chi ce l’ha fatta, sconfiggendo il mostro e vincendo la partita più importante. «C’è una cosa che ho capito – racconta poi deciso – nella vita si può ottenere tutto anche quando si è appesi a un filo e io non ho mai smesso di sognare a occhi aperti». Di sogni nel cassetto ne ha tanti, ma non gli piace guardare lontano perché un piccolo sogno lo ha appena realizzato partecipando a questo torneo di calcio. «È come se lo avessi sempre desiderato pur non sapendolo» continua Tiziano che oggi indosserà i guantoni per difendere la porta della sua squadra.
«In futuro? Non saprei, mia mamma mi dice sempre di studiare per diventare medico dopo l’esperienza che ho vissuto, ma in realtà non so ancora cosa vorrei fare da grande: penso solo che quello che si ha bisogna trasformarlo in quello che si vuole».

©RIPRODUZIONE RISERVATA