IL FATTO

Salerno, uno spogliatoio “tugurio”: «Niente nuoto per i bimbi»

Le protesta delle mamme dei piccoli autistici che utilizzano la piscina Arbostella

SALERNO - «Ci siamo stancati: dopo cinque anni sospendiamo quest’attività che è fondamentale per mia figlia». Galeotto fu uno spogliatoio sporco. Troppo sporco per essere vero: è quello della piscina del Parco Arbostella dedicato ai bambini autistici che partecipano al programma delle lezioni di nuoto a loro dedicate. Giovanna Apostolico , madre di uno dei piccoli che frequenta il corso, ha detto basta: da tempo, infatti, la donna lamenta la situazione al limite della struttura ed in particolare degli spogliatoi a loro dedicati. Degrado, strutture non funzionanti, sporcizia. Una situazione che, adesso, è diventata insopportabile: «Ci siamo davvero stancati», spiega la donna. Che da tempo chiede spiegazioni sulla vicenda: «Abbiamo chiesto agli addetti della piscina, agli istruttori. Nessuno ci sa rispondere». E, dunque, Giovanna Apostolico ha inviato una mail di segnalazione sia al Comune che a Salerno Solidale, la partecipata che gestisce l’impianto sportivo della zona orientale della città.

 «Con il Comune è impossibile comunicare: le mail mi tornano continuamente indietro. Probabilmente gli indirizzi segnati sono sbagliati. Da Salerno Solidale, invece, attendo una risposta». Una situazione che, dunque, ha stancato le famiglie. E la donna racconta nel dettaglio le vicissitudini dello spogliatoio: «Il piatto doccia s’allaga di continuo e diventa un lago non appena i bimbi iniziano a lavarsi. Le strutture come le panche che sono all’interno sono arrugginite: ci sono anche dei ferri sporgenti che rappresentano un pericolo perché sono anche appuntiti». Le mamme dei bimbi autistici che frequentano i corsi avevano chiesto anche disponibilità ad effettuare qualche intervento: nessuno, però, ha saputo rispondere.

«In passato - racconta ancora Giovanna Apostolico - con un’altra mamma ci armavamo di pazienza e, una volta al mese, pulivamo noi con la candeggina gli spogliatoi. Adesso ci siamo stancate: paghiamo per questo servizio e nessuno ci sa dare delle risposte ». Adesso, dunque, si attendono proprio le risposte da parte del Comune di Salerno e della partecipata che gestisce l’impianto sportivo sito al Parco Arbostella. Ma, intanto, l’esasperazione cresce. E c’è chi, come Giovanna Apostolico, ha deciso di interrompere il corso di nuoto per il proprio figlio autistico.

(al.mo.)