SOS SANITA'

Salerno, le ambulanze “in panne”: nessun medico a bordo

Il servizio 118 scoperto nelle notti delle festività natalizie: è allarme assistenza

SALERNO - In una città di 130mila abitanti, piena di turisti, con tantissima gente per strada, il 118 non ha avuto nessun medico per le ambulanze in servizio tra il 24 e il 25 dicembre. Nel giorno di Natale e della vigilia, in base a quanto stabilito, ce ne sarebbero dovuti essere quattro, quanto in teoria sono le ambulanze con medico a bordo per coprire Salerno città, tre allo Psaut di via Vernieri ed una a disposizione a via Clark nella zona Orientale. Ma nessuna, invece, nella notte di Natale aveva un medico a bordo. E non è andata molto meglio la notte tra Natale e Santo Stefano: un solo camice bianco per i mezzi di soccorso di tutta Salerno. Ieri notte, quella tra Santo Stefano e oggi, un camice bianco in servizio a via Vernieri e uno a via Clark, insomma una copertura al 50% rispetto a quanto stabilito che sia necessario. Una situazione che ormai si ripropone spesso.

Una volta la colpa è stato colpa del Covid, altre delle ferie o di malanni improvvisi, la situazione diventa insostenibile, specie nei weekend e nei festivi o nel corso dei mesi estivi. E così l’ambulanza diventa poco più che un “taxi” per il trasporto in ospedale dei pazienti, con gli infermieri costretti a fare il possibile per dare assistenza ma senza poter dare agli specialisti in servizio nelle aree di emergenza - urgenza un quadro più o meno - chiaro della situazione. Certo potrebbero fare di più, se solo al centrale operativa del 118 li assistesse su come operare, ma la soluzione è sempre la stessa: portare tutti in ospedale. E il Pronto soccorso del Ruggi esplode con il 75% degli accessi che potrebbero essere curati dal medico che va a casa con un’ambulanza oppure da quelli di famiglia. Purtroppo, le ambulanze con medico a bordo sono poche e in alcuni turni nessuna, senza contare che le Aggregazioni Funzionali Territoriali (con quelli di medicina generale che si organizzano per tenere di giorno gli studi aperti per 12 ore), sono pressoché sconosciute. Poi ci sono le cosiddette guardie mediche che potrebbero operare almeno sulle ambulanze in caso di mancata copertura dei turni e tra mancanza di un corso specifico e di esenzione da questo incarico praticamente rimangono nella sede a fare poco.

Gli equipaggi delle ambulanze, in alcuni casi senza neanche infermiere, si trovano ad affrontare casi al di sopra delle competenze oppure deve arrivare un mezzo di soccorso da fuori città. La sera della vigilia di Natale, addirittura, l’ambulanza di via Vernieri è dovuta andare più volte a Cava de’ Tirreni, Giffoni Valle Piana e Vietri sul Mare pure non avendo un medico a bordo.

Una rete dell’emergenza che ha grossi problemi, quindi, nonostante proprio il servizio del 118 come il pronto soccorso sono le due articolazioni del sistema sanitario nazionale che garantiscono il primo soccorso e in questo ambito i tempi delle somministrazioni delle cure sono essenziali per salvare la vita di una persona o per limitare i danni.

Ormai la carenza dei medici è cosa nota e andrà peggiorando, specie nel servizio di emergenza sanitaria (118 e Pronto soccorso) diventeranno sempre più gravi, senza contare la medicina difensiva (ossia attuare strettamente i protocolli senza andare oltre nelle cure) per evitare problemi legali.

Una situazione non più accettabile e che richiede interventi urgenti: i medici che non sono abilitati al pronto soccorso su ambulanza, ad esempio, facciano il corso specifico a cura dell’Asl e se ci sono sanitari che occupano posti amministrativi, tornino al lavoro di prima linea.

Salvatore De Napoli