IL FATTO

Salerno, in carcere arrivano ancora smartphone

A tre settimane dal blitz i poliziotti effettuano altre ispezioni e scoprono sei telefonini, anche nell’area ad alta sicurezza

SALERNO - La maxi-operazione portata a termine nelle scorse settimane al carcere di Fuorni non è bastata per fermare l’ingresso nelle celle di strumenti tecnologici per comunicare con l’esterno. Nella casa circondariale di via del Tonnazzo, infatti, i contatti con l’esterno proseguono. E vengono bloccati soltanto dai controlli - ormai routinari - effettuati dagli agenti della penitenziaria di Salerno: i poliziotti, infatti, nelle ultime ore hanno scoperto altri sei telefoni cellulari in possesso di alcuni detenuti. Gli smartphone avevano tutti gli accessori necessari per essere utilizzati nel tempo: non solo schede sim per riuscire a telefonare o a collegarsi ad internet per utilizzare le applicazioni di messaggistica istantanea, ma pure dei caricabatterie per far sì che gli strumenti non diventassero “usa e getta” appena consumata la carica della batteria. Episodi che, ormai, si ripetono a cadenza quasi ritmica nella struttura detentiva guidata dalla direttrice Rita Romano.

Sono sei gli smartphone scoperti all’interno delle celle del carcere di Fuorni e in possesso dei detenuti: tre sono stati intercettati nella sezione ad alta sicurezza, altrettanti nell’area di media sicurezza. Gli agenti della penitenziaria, dopo le verifiche del caso, hanno segnalato tutto all’autorità giudiziaria, in particolare trasmettendo i nominativi dei detenuti scoperti in possesso dei dispositivi tecnologici per comunicare con l’esterno, per procedere coi provvedimenti del caso. Insomma, neanche l’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Salerno che ha portato al blitz dello scorso febbraio - operato dagli agenti della Squadra mobile salernitana e del Nic della polizia penitenziaria - ha bloccato gli “ingressi illeciti” nel carcere di Fuorni. Le attività investigative, infatti, avevano portato alla luce non solo i continui ingressi di telefoni cellulari all’interno della struttura di via Del Tonnazzo ma soprattutto la creazione di vere e proprie piazze di spaccio tra le celle, con rifornimenti continui di droga e una lotta interna fra gruppi rivali che si contendevano l’egemonia delle attività illecite. Un vaso di Pandora scoperto, la punta di un iceberg già svelato dalle numerose e continue operazioni della locale polizia penitenziaria che, a più riprese, nell’ambito dei controlli disposti dalla direzione, hanno intercettato dosi di sostanze stupefacenti e tanti, tantissimi cellulari utilizzati per mantenere i contatti con l’esterno.

Verifiche che vanno avanti nonostante le segnalazioni - anche queste continue e costanti di un’estrema carenza di personale in servizio nella casa circondariale di Fuorni: nonostante le ristrettezze delle maestranze, però, i poliziotti penitenziari continuano incessantemente nel loro lavoro che permette di scoprire altre situazioni al limite o al di fuori di quanto consentito dalla legge. Movimenti “loschi” che proseguono. E che non si fermano neanche dopo la maxi-operazione di qualche settimana fa che ha bloccato un vero e proprio “sistema illecito” fra le celle del carcere di Fuorni.

(al.mo.)