Quattro specialisti e venti infermieri promessi dall’Azienda ospedaliera
Tre chirurghi, probabilmente più di un cardiologo e circa venti infermieri. All’ospedale “Santa Maria dell’Olmo” di Cava de’ Tirreni solo qualche giorno fa sono stati promessi questi rinforzi che più...
Tre chirurghi, probabilmente più di un cardiologo e circa venti infermieri. All’ospedale “Santa Maria dell’Olmo” di Cava de’ Tirreni solo qualche giorno fa sono stati promessi questi rinforzi che più volte e in varie forme erano stati chiesti dai sindacalisti e dagli operatori sanitari del presidio metelliano. Secondo indiscrezioni, entro il primo luglio l’ospedale cavese potrà comunque contare su altri operatori sanitari, che andranno a colmare i vuoti lasciati dai medici e infermieri che sono andati in pensione nell’arco dell’ultimo anno. Per questo si pensava che fosse ormai scongiurato il rischio di una chiusura o anche soltanto di un accorpamento dei singoli reparti. Pure il sindacalista Cisl Gaetano Biondino, che aveva attribuito gran parte del merito di questa operazione a Nicola Cantone, il direttore generale dell’Azienda universitaria ospedaliera “San Giovanni di Dio e Ruggi D’Aragona” dalla quale dipende l’ospedale “Santa Maria dell’Olmo”, aveva espresso grande soddisfazione per lo stato dei fatti e per le prospettive che sembravano schiudersi. Adesso, invece con il problema che riguarda il reparto di chirurgia e inoltre con il blocco delle operazioni già previste e gli ammalati rimandati a casa, la partita sembra purtroppo riaprirsi. A rischio c’è soprattutto l’esistenza di un reparto d’eccellenza dell’ospedale cittadino, che ha risentito della grave carenza di anestesisti. Un dato, questo, che ha compromesso la regolare attività nelle sale operatorie, consentendo di fronteggiare le urgenze e solo parzialmente gli interventi programmati. (a. c.)