SOS SANITA'
Pazienti in barella, le ambulanze ferme
La “soluzione anti-file” in via San Leonardo: i presidi lasciati nel reparto insieme agli utenti. Bruno (Cgil): «Siamo al limite»
SALERNO - Pazienti in codice giallo curati all’interno del Pronto soccorso del Ruggi per giorni perché non ci sono posti nel reparto. File di ambulanze in attesa che venga accettato l’ammalato, con mezzi di soccorso bloccati anche per oltre 12 ore in attesa, privando il servizio 118 di risorse importanti. Una situazione che va avanti da tempo, all’ospedale di Salerno così come negli altri della provincia. Ma, adesso, in via San Leonardo c’è una “novità”: ci sono ambulanze che lasciano il trasportato alle cure dei sanitari del Pronto soccorso sulla barella, senza riceverla indietro. Così quello strumento di soccorso fondamentale diventa di fatto inutilizzabile.
È la situazione che si sta registrando al Ruggi anche nelle giornate di minore caos. La prima linea dell’emergenza del principale presidio ospedaliero della provincia di Salerno è diventata impossibile da gestire. Le “sirene”, in questo modo, sono costrette a tornare nelle loro centrali per recuperare altri strumenti ed effettuare ulteriori soccorsi. Lo stesso personale è sottoposto ad uno stress notevole di lavoro e prima o poi va via. Mancano i medici ed anche gli Oss, personale di supporto che è fondamentale, ad esempio, per trasferire gli ammalati dal Pronto soccorso ai laboratori di analisi. Ci sono, poi, medici dirottati al Pronto soccorso con le più diverse specializzazioni e che non hanno il necessario approccio all'attività di emergenza che consente una maggiore rapidità nella trattazione del paziente.
In crisi sono i principali ospedali della provincia di Salerno e quindi vengono dirottati a quello di via San Leonardo decine di richieste e in altri casi da quello salernitano si va negli altri presidi ospedalieri provinciali. «I reparti del Ruggi sono al completo e, non potendo accettare ricoveri, i pazienti rimangono al pronto soccorso, che si ingolfa e tutto il sistema va in tilt», ha affermato Francesco Bruno, rappresentante della Cgil medici presso l’Azienda ospedaliera universitaria. «Occorre seriamente e immediatamente attivare un tavolo di concentrazione tra tutti i soggetti interessati che porti ad adottare provvedimenti di urgenza per assumere altro personale e organizzare diversamente l’utilizzo dei posti letto in provincia: la situazione è già oggi grave e non siamo nemmeno nel periodo peggiore, come quello estivo, quando aumentano le richieste di accesso al Pronto soccorso, anche per la presenza di tantissimi turisti, e il personale diminuisce per le ferie. Occorrono soluzioni d’emergenza, ripeto ancora una volta, anche perché i colleghi che sono al pronto soccorso stanno facendo un lavoro disumano: fino a quando potranno resistere?».
Anche al Cardarelli di Napoli e in altri presidi ospedalieri campani ci sono enormi difficoltà per la carenza di camici bianchi tanto da portare a curare solo i codici rossi. Eppure ci sono centinaia di medici che rischiano di essere licenziati a fine marzo e che potrebbero passare dall’Uca (ex Usca) alle altre esigenze di personale degli ospedali. In provincia di Salerno sono circa 200: «Diciamo giustamente che mancano medici e noi ci prendiamo il lusso di non stabilizzare quei colleghi che già sono nel circuito pubblico, hanno fatto un’esperienza notevole durante il periodo Covid e noi li lasciamo andare via? Una follia».
Salvatore De Napoli