IL CASO

«Ma sei gay...»: nei guai amiche respinte, perseguitavano un uomo

Ex compagna di scuola e avvocato insidiavano sessualmente un imprenditore

BATTIPAGLIA - «Allora sei gay» È quanto si è sentito dire un imprenditore edile di Battipaglia da una ex compagna di scuola che, andando direttamente al sodo, tentò in ascensore un approccio sessuale. La donna, M.S., pronunciò quella frase affermativa dopo avergli toccato i genitali e provato a baciarlo. Ed per questa sua spregiudicatezza che si trova ora a processo, dinanzi ai giudici della Prima sezione penale di Salerno, accusata di violenza sessuale lieve. Le mani, in pratica, finirono in una zona erogena. E dunque è violenza. Ma la storia è ancora più conturbante perché nella vicenda s’inserisce una seconda donna, avvocato di professione e amica di entrambi, che, saputo delle indagini in corso, comincia un’intensa attività di stalking sull’uomo, riuscendo sempre a farla franca anticipando le mosse degli investigatori del locale commissariato di polizia, coordinati dal sostituto procuratore Roberto Penna. Gli inquirenti piazzarono anche delle telecamere sulle cabine telefoniche che venivano usate per inviare gli sms molesti, ma senza mai trovare traccia della stalker. I poliziotti, infatti, concentravano le indagini sull’ex compagna di scuola, ma sia i pedinamenti sia le perquisizioni davano sempre esito negativo. La stessa donna, ormai infastidita della costante presenza della polizia, ammise di aver fatto delle telefonate all’amico che gli aveva dato buca e di cui si era presa una brutta sbandata, ma di aver smesso di cercarlo dopo la denuncia.

Massimiliano Lanzotto

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