L'INTERVENTO
La “Ricostruzione” negata I sindaci e i muri di gomma
Burocrazia insostenibile: immobilismo e inutili lungaggini nel sisma senza fine
Numerose iniziative ricorderanno in questi giorni la tragedia del terremoto che colpì l’Osso della Campania e della Basilicata . I ripetuti sussulti sismici del 23 novembre 1980 provocarono con la distruzione di tanti piccoli ma vitali paesi- presepi delll’ Alta Irpinia, del Salernitano e della provincia di Potenza, circa tremila vittime, oltre 10mila feriti e il crollo di circa 80mila immobili nei 37 Comuni del cosiddetto “cratere” e il danneggiamento grave di circa 278mila edifici.
Un disastro umano, sociale ,economico, produttivo immane e agghiacciante che fece urlare Pertini con il doloroso monito: “Fate Presto!”. Quel dramma sarà ricordato in questi giorni con numerose celebrazioni in tanti Comuni dell’Appennino che presenteranno insieme alle riflessioni anche il volto nuovo della Ricostruzione dei paesi. Sono state realizzate insieme alla ricostruzione abitativa, opere importanti come ad esempio, il recupero delle piazze, degli edifici pubblici, di castelli, abbazie, ville come a Valva con Villa D’Ayala, di musei e opere d’arte, di realizzazioni culturali e sociali di avanguardia come il recupero della città di Volcei a Buccino, la Casa delle Parole a Auletta e tante altre.
È mancata la industrializzazione e lo sviluppo. Una ulteriore occasione perduta per il Mezzogiorno. Ma non era un progetto in mano ai sindaci. Anzi. Va detto netto e forte che se oggi si può sottolineare un risultato significativo è per merito essenziale dei sindaci e degli Amministratori che dal primo momento, dalla assistenza sul campo nei giorni disperati e disperanti post-sisma alle faticosa impresa di avviare e realizzare “ in progress” la ricostruzione urbanistica e sociale delle Comunità, sono stati in campo con passione, determinazione e sacrifici combattendo contro i governi, le burocrazie, i finanziamenti insufficienti e col contagocce, la Legge di Stabilità, le incomprensioni e le difficoltà di una operazione complessa che ha trovato nel Parlamento e nei governi, tutti, più silenzi e indifferenza che sensibilità e solidarietà umana sociale, politica.
Il risultato straordinario che già in occasione del venticinquennale colpì positivamente i sindaci italiani e volontari di tutta Italia che Legautonomie Campania invitò a visitare i Paesi del terremoto ricostruiti. Non credevano alla realtà, offuscati i delle campagne distorcenti sull’Irpinia Gate relativa alle opere pubbliche e infrastrutture e decise, finanziate e governate dai commissari straordinari e non dai sindaci e dalle Amministrazioni locali. Quegli interventi sono stati tutti fatturati e liquidati. Non così per la ricostruzione “civile”. Un solo esempio: gli ultimi stanziamenti sono stati adottati con le Finanziarie del 2007 e del 2008; il riparto del Ministero è del 2010; la delibera del Cipe , la numero 45 è del 2012! Tra finanziamenti e effettiva disponibilità delle risorse da parte dei Comuni, intercorrono dai 14 ai 20 anni.
È una delle ragioni per cui la Ricostruzione è ancora incompleta . Non sono bastati 42 anni... Uno scandalo e un paradosso di marca italiana: i terremoti infiniti, senza tempo. Sono venti anni, infatti, che è immutato il dato del 94% finanziato e del 6% ancora da finanziare. Incredibile ma è la verità. Importante per chiudere questa fase senza fine, l’impegno della Regione Campania. È da sottolineare, infatti, per obiettività culturale, politica e di informazione, che l’iniziativa del Presidente De Luca di costituire una Commissione di pochi sindaci e ex amministratori “esperti” della Ricostruzione, per accertare e definire esigenze, modalità e tempi per completare la Ricostruzione, ha determinato una svolta e positivi risultati. Un contributo qualificato e appassionato da volontari generosi e disinteressati protagonisti della difficile ricostruzione in Campania.
*Presidente Onorario ALI Campania