L’omicidio di Mariana: la svolta dal Dna
Il profilo genetico trovato sul corpo della 19enne accusa il muratore di Vietri già condannato per aver ucciso un’altra donna
Sono a un punto di svolta le indagini sulla morte di Mariana Tudor Szekeres. A due anni dal 15 maggio del 2016, quando la 19enne romena fu trovata senza vita in un terreno incolto tra via San Leonardo e via Dei Carrari, la Procura sta chiudendo il cerchio incrociando i risultati dei test genetici e la relazione sull’ultima perizia autoptica, che i consulenti hanno depositato il mese scorso. È emerso che il dna dello sperma ritrovato sulla salma è compatibile con quello del muratore vietrese Carmine Ferrante, già condannato in primo grado per l’omicidio di un’altra prostituta a Pagani, e che l’esame entomologico (con cui si è voluto accertare il momento esatto della morte) ha confermato l’idea che Mariana sia stata uccisa il 30 aprile, due settimane prima che il cadavere fosse ritrovato e nel giorno stesso in cui avrebbe avuto con Ferrante il suo ultimo rapporto sessuale. Altri accertamenti sarebbero poi in corso sull’autovettura del 37enne, che potrebbe essere la stessa su cui la giovane fu vista allontanarsi, insieme a un cliente, nella sera dell’omicidio. Ma i sostituti procuratori Maria Chiara Minerva e Claudia D’Alitto, che coordinano l’inchiesta, stanno verificando ancora altri elementi; un approfondimento necessario per poter indicare in Ferrante non solo l’ultimo cliente della vittima ma anche il presunto assassino. Di certo c’è che il manovale di Vietri sul Mare è l’unico indagato, e che dopo l’avviso di garanzia emesso nel giugno dello scorso anno gli inquirenti hanno continuato a lavorare su questa pista mettendo insieme altri tasselli. La salma della giovane prostituta dell’Est resta tuttavia sotto sequestro nella sala mortuaria del Ruggi, a disposizione dell’autorità giudiziaria per eventuali altri riscontri, che al momento non sono previsti ma potrebbero rendersi necessari nel prosieguo del procedimento, anche su richiesta della difesa. Per questo sono state respinte le richieste del marito della donna, che da alcuni mesi si è trasferito in Gran Bretagna ma che nello scorso anno ha depositato per tre volte, tramite l’avvocato Giovanni Alfinito, un’istanza di liberazione della salma per poterle dare finalmente sepoltura.
L’ultima autopsia, quella accompagnata dall’esame entomologico che analizza i processi di decomposizione tramite l’aggressione degli insetti, è stata disposta per datare la morte e ha inoltre confermato le ferite al collo e alla gola. Mariana Tudors Szekeres fu trovata riversa nel terreno, senza vestiti, la testa staccata dal collo e in avanzato stato di decomposizione. Il marito, che quindici giorni prima ne aveva denunciato la scomparsa, la riconobbe dall’anellino a forma di margherita che portava a un dito. Il luogo del ritrovamento non è distante da dove, cinque mesi prima, era stato abbandonato il cadavere di un’altra prostituta romena, la 34enne Alina Rixana Ripa. Per lei il sostituto procuratore Silvio Marco Guarriello ha seguito un’altra pista investigativa, quella di un omicidio commesso da alcuni connazionali che la sfruttavano, ma il processo abbreviato si è chiuso con un’assoluzione su cui la Procura non ha fatto appello. I due filoni investigativi continuano ad essere separati. Non vi è al momento alcun elemento che consenta di collegare la morte di Roxana al 36enne di Vietri. Sull’omicidio della bulgara Nikolova Temenuzhka Petrova, avvenuto a Pagani nell’agosto del 2016 e per il quale Ferrante è stato condannato in abbreviato a vent’anni di carcere, pende invece il processo d’appello. Il difensore Agostino De Caro ha chiesto una nuova perizia, e la sentenza potrebbe essere pronunciata entro fine mese.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
L’ultima autopsia, quella accompagnata dall’esame entomologico che analizza i processi di decomposizione tramite l’aggressione degli insetti, è stata disposta per datare la morte e ha inoltre confermato le ferite al collo e alla gola. Mariana Tudors Szekeres fu trovata riversa nel terreno, senza vestiti, la testa staccata dal collo e in avanzato stato di decomposizione. Il marito, che quindici giorni prima ne aveva denunciato la scomparsa, la riconobbe dall’anellino a forma di margherita che portava a un dito. Il luogo del ritrovamento non è distante da dove, cinque mesi prima, era stato abbandonato il cadavere di un’altra prostituta romena, la 34enne Alina Rixana Ripa. Per lei il sostituto procuratore Silvio Marco Guarriello ha seguito un’altra pista investigativa, quella di un omicidio commesso da alcuni connazionali che la sfruttavano, ma il processo abbreviato si è chiuso con un’assoluzione su cui la Procura non ha fatto appello. I due filoni investigativi continuano ad essere separati. Non vi è al momento alcun elemento che consenta di collegare la morte di Roxana al 36enne di Vietri. Sull’omicidio della bulgara Nikolova Temenuzhka Petrova, avvenuto a Pagani nell’agosto del 2016 e per il quale Ferrante è stato condannato in abbreviato a vent’anni di carcere, pende invece il processo d’appello. Il difensore Agostino De Caro ha chiesto una nuova perizia, e la sentenza potrebbe essere pronunciata entro fine mese.
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