Il blogger Vincenzo Maisto

SEGRETI SU FACEBOOK

Il "Signor Distruggere" smonta le ossessioni delle mamme salernitane

Il blogger Vincenzo Maisto è diventato famoso scoprendo gruppi chiusi sui social network. Tra le scoperte ci sono placenta a pranzo per i bimbi e bambole come figli

Alcune credono che la placen­ta possa essere l’ingrediente principale di un piatto preliba­to e che il massimo della corte­ sia sia offrire il proprio latte materno, anche sotto forma di dolcini. Ma il latte materno può essere anche la materia prima di bizzarri gioielli, da in­ dossare in "pendant” con cion­doli fatti con il cordone ombeli­cale o che riproducono l’orga­no genitale femminile: un sicu­ro portafortuna per chi deside­ra diventare mamma. Allatta­ no i figli fino a sei anni e per i "complimese” dei loro piccoli realizzano torte “splatter” che ritraggono, con dovizia di parti­ colari, il momento del parto. Sono le "mammine pancine”, un gruppo facebook chiuso le cui porte sono state aperte dal “Signor Distruggere”, alias il 32enne blogger salernitano Vincenzo Maisto, che da anni si insinua nei gruppi facebook più bizzarri. L’ultimo capitolo delle mam­mine pancine è, se possibile, ancora più inquietante e porta ii titolo di “mamme di bimbi speciali”. Si tratta dei cosiddet­ ti bambini “reborn ”, bambolot­ti che sembrano bambini veri e che sono ordinati "su misura”, qualche volta a somiglianza di bimbi defunti. Le mammine si divertono a comprare loro pan­nolini e vestitini e non disdegnano i complimenti di ignari passanti che gettano uno sguardo nella carrozzina. C’è chi si spinge addirittura a fare colloqui a babysitter.

Come ha scovato il gruppo delle mamme pancine?

"Esistono centinaia di grup­pi, pubblici, chiusi e segreti. Pa­gine con milioni di utenti. Ho iniziato nel 2011 con la pagina facebook e qualche anno dopo con il blog, condividendo casi umani scovati sui social. I miei followers, che oggi sono più di 600mila, mi fecero scoprire il mondo dell'estremismo mater­ no".

Si serve di infiltrate?

"Sì, sono utenti presenti in quei gruppi che, di loro iniziativa, mi inviano i materiali. Co­munichiamo via email".

Alcuni  post  sembrano  as­surdi. Le è mai venuto il dub­bio che non siano veri?

"Certo,  ma  fanno  ridere  Io  stesso. Non c’è modo di verifi­carne l’autenticità; per privacy  le amministratrici di quei grup­pi non rivelano le autrici. E non lo farei neanche io, non si va a  rischiare  una  causa  per diffa­mazione  per  rendere  felici  i  morbosi dei pettegolezzi. Inol­tre diffondendo le generalità si  creerebbe il cyberbuilismo. Se  fosse tutto vero,  quello su  cui  accende i riflettori è un mondo  folle".

Secondo lei cosa determina  la sopravvivenza di riti che ri­portano a Medioevo?

"L'ignoranza  e  la  bigotteria. Le stesse cose che fanno salire i  genitori sulle barricate quando  si paventa la possibilità di fare  educazione   sessuale   nelle  scuole.  Si  nascondono  dietro  allo  spauracchio del gender e  di altre amenità e preferiscono  crescere figli ignoranti e bigot­ti, che alla fine, purtroppo per  loro, scopriranno ugualmente  tutto nel peggiore dei modi, ri­ schiando anche la propria salu­ te  tramite  malattie  veneree  o  gravidanze indesiderate".

La sua ultima serie è quella  dei bambolotti reborn. Secon­do lei, cosa scatta nella mente  di  una  donna  che  decide  di  commissionarne uno?

"Non sono uno psicologo, ma  anche a un occhio un po’ pro­fano  pare  lapalissiano  che  ci  sia  qualche  problema  di  tipo mentale. Anche se bisogna fare  una differenziazione: chi colle­ziona le bambole come hobby  non ha nulla di anormale, chi  le  acquista  per  manipolare  le  persone e usarle per vere e pro­prie  truffe  andrebbe,  invece,  internato".

Ha  mai  avuto  paura  delle  mamme pancine?

"No, arrivano di tanto in tan­ to  minacce,  ma  dalle  nostre  parti questi personaggi si chia­ mano “guappi di cartone’’.

Lei  ha  anche  dedicato  un  e-book  a  un  gruppo  chiuso  che si chiama "mamme vegane contro l'invidia”. Di cosa si  tratta?

Esisteva  un  gruppo  face­book di nazivegane dove veni­ vano raccontante varie vicissi­tudini delle mamme. Tra loro c’era una signora che non si ri­specchiava  negli  ideali  delia  massa e che iniziò a inviarmi i  loro scritti. Come conseguenza  ci fu una caccia alle streghe per  capire chi fosse la spiona, il ri­svolto fu esilarante e decisi di  raccoglierlo in un ebook".