L'ANALISI
Il neocapitalismo “positivo”. Una lezione per il nostro Sud
L’accordo decolla e proprio in queste aree del Sud dove il linguaggio del neocapitalismo positivo non prende quasi mai forma, si apre una nuova prospettiva di crescita che mette a braccetto scenari di solidità economica - diventati sempre più sostanziali - e competenze manageriali in grado di portare avanti esperienze che, negli anni, hanno sedimentato (e soddisfatto) le aspettative di mercato. “Amalfi Holding spa, società il cui capitale sociale fa capo indirettamente al fondo Investindustrial - si legge nella nota per la stampa - ha sottoscritto un contratto di compravendita per l’acquisto del 63,13% del capitale sociale di La Doria spa Alcuni membri della famiglia Ferraioli, attuale principale azionista di La Doria, reinvestiranno e rimarranno azionisti di minoranza”. La vendita, quindi, si è concretizzata e assume le caratteristiche chiare ed evidenti di continuità dell’esperienza gestionale della società acquisita. “Il prezzo complessivo che sarà pagato dall’acquirente ai venditori in unica soluzione al closing, è pari ad euro 322,9 milioni circa e valorizza ciascuna azione della società con l’importo di euro 16,50”.
E anche dopo il “closing”, “il Gruppo La Doria beneficerà dell’apporto manageriale di Antonio Ferraioli in qualità di amministratore delegato in continuità con la precedente gestione”. In altre parole, la guida strategica dell’azienda è ritenuta pienamente “conforme” all’impostazione operativa di chi compra. “La Doria rappresenta - spiega Andrea Bonomi, presidente dell’Industrial Advisory Board di Investindustrial - una sintesi perfetta della tipologia di investimenti che prediligiamo: azienda familiare di medie dimensioni in un settore strategico e in forte evoluzione come quello del food, dove l’Italia rappresenta un’eccellenza nel mondo e in cui Investindustrial intende giocare un ruolo da protagonista con un particolare focus sulla sostenibilità, tematica a cui prestiamo da sempre grande attenzione”. Per, poi, aggiungere: “Vogliamo supportare La Doria con un progetto di crescita condiviso che si svilupperà nel corso degli anni e un investimento significativo che consenta un ulteriore consolidamento della sua leadership nel settore food & beverage, oltre a un rafforzamento del posizionamento internazionale dell’azienda attraverso la penetrazione di nuovi mercati e canali distributivi”. Insomma, La Doria, possiede tutte le caratteristiche per continuare ad essere un modello di riferimento a livello internazionale, come sottolinea Antonio Ferraioli, uno degli attuali soci riuniti nel patto di sindacato e presidente di La Doria spa. “L’operazione rappresenta una grande opportunità per la società ed i suoi dipendenti con una nuova fase tutta improntata alla crescita ulteriore sia per linee interne che esterne”.
La Doria - dice Ferraioli - “ha avuto negli ultimi 40 anni una traiettoria di continua crescita, affermandosi a livello europeo nei propri segmenti di mercato e l’auspicato ingresso di Investindustrial rientra nella nostra strategia di sviluppo e consentirà alla società di espandere ulteriormente il suo raggio di attività per candidarsi a divenire una piattaforma di aggregazione del settore in cui opera”. Ferraioli esprime “soddisfazione” per l’inizio di “questo nuovo percorso con un partner che si pone obiettivi molto ambiziosi garantendo al tempo stesso continuità al management (anche per quanto riguarda il mio ruolo di amministratore delegato) e stabilità ai dipendenti tutti”. La lezione che se ne ricava da questo trainante accordo tra imprese è che la strada della piena interazione tra solidità del capitale e pieno riconoscimento delle competenze manageriali rappresenta il punto centrale della nuova globalizzazione. Il vero motivo di orgoglio per tutti quei territori definiti storicamente in ritardo, soprattutto, in termini di diffusione della cultura d’impresa, è che anche in un pezzo di Sud ancora quasi del tutto abbandonato a se stesso, nonostante quello che la politica può dire, si può verificare la “rivincita” che guida il nostro futuro.
*direttore editoriale Salernoeconomy