Ha ucciso Anna Borsa: Erra a processo 

Rigettata l’istanza di rito abbreviato, il killer sarà giudicato dalla Corte d’Assise. Tra le parti civili si costituisce il Comune

PONTECAGNANO FAIANO . Niente rito abbreviato: il killer di Anna Borsa dovrà affrontare il dibattimento davanti ai giudici della Corte d’assise. Lo ha deciso ieri mattina il gup del Tribunale di Salerno, Giovanna Pacifico, decretando il rinvio a giudizio d’Alfredo Erra, il 40enne di Pontecagnano Faiano che il primo marzo scorso, nel salone di bellezza di via Tevere, tolse la vita alla sua ex. Il prossimo 16 febbraio, a poco meno d’un anno dall’esecuzione – un solo proiettile calibro 7,65 di quella Walther Ppk trapassò il cranio della trentenne, morta sul colpo –, prenderà il via il processo al mastino, questo il nomignolo dell’assassino, che ieri, come preannunciato il 23 novembre (quando l’udienza preliminare fu rinviata), non era in aula.
Tramite il suo difensore, l’avvocato Pierluigi Spadafora, Erra ha richiesto d’essere giudicato col rito abbreviato. Invano, ma non del tutto: stando ai dettami del Codice di procedura penale, infatti, con capi d’accusa per i quali potrebbe essere inflitto l’ergastolo – pena possibile, nel caso specifico – non si può procedere con l’abbreviato, ma laddove in fase dibattimentale decadessero le aggravanti che rendono plausibile la detenzione a vita, l’imputato potrebbe beneficiare parimenti dello sconto sulla condanna (d’un terzo) stabilito dai riti premiali (come l’abbreviato, con riduzioni sulla pena per chi fa risparmiare tempo alla giustizia). Dal prossimo 16 febbraio, però, Erra dovrà affrontare la fase dibattimentale del processo. L’udienza preliminare di ieri, ad ogni modo, ha segnato pure la comparsa del Comune di Pontecagnano Faiano, che s’è costituito parte civile (legale Agnese Astuti) accanto alla mamma di Anna, Fortuna Romano, al papà Ettore Borsa e al fratello Enzo, assistiti dagli avvocati Stefania Di Martino, Rosanna Carpentieri ed Ivan Nigro. C’è anche Alessandro Caccavale (patrocinato dal difensore Maurizio De Feo), nuovo fidanzato della vittima, che pure fu colpito dai proiettili di Erra (all’imputato viene contestato anche il tentato omicidio). E poi ci sono i legali della Fondazione Polis della Regione Campania, quelli della “Mai Sola Onlus” e dell’associazione “Al posto tuo”.
Il 23 novembre scorso Erra – attualmente recluso in carcere a Bellizzi Irpino – si presentò in aula con il volto gonfio e la coroncina del Rosario stretta tra le dita. Agli atti finì una lettera a firma dell’imputato (nella quale è già apparsa chiara la strategia difensiva dell’assassino, tesa a confutare la premeditazione), che sosteneva di non aver sparato intenzionalmente ma d’aver premuto il dito sul grilletto per sbaglio dopo essere stato spintonato dal titolare del salone di bellezza e proprio da Caccavale. Ricostruzione alla quale, naturalmente, non ha dato credito il pm titolare delle indagini, Marina Guglielmotti. Quel giorno l’udienza preliminare fu differita proprio su richiesta della difesa dell’imputato, che lamentava l’esiguità del tempo a disposizione per vagliare la relazione balistica redatta dai carabinieri del Ris di Roma. L’istanza fu accolta dal gup, che ieri ha rigettato l’istanza di rito abbreviato e decretato il rinvio a giudizio dell’assassino.
Il primo dei capi d’imputazione, quello d’omicidio, è aggravato non solo dagli atti persecutori, ma pure dalla premeditazione. A Erra la Guglielmotti contesta anche il tentato omicidio del nuovo partner di Anna, che, attratto dal trambusto nel coiffeur, quel primo marzo fu colpito alle spalle da tre colpi di pistola, rimediando una lesione polmonare. . Preziosissime, ai fini delle indagini, le chat tra Anna e Alessandro: la ragazza aveva scritto al partner di non vivere più, di non farcela più e d’essere sempre infastidita da Erra, che l’avrebbe pure picchiata, minacciata con una pistola – due i colpi esplosi ai piedi dell’abitazione della giovane – dal suo aguzzino e che le avrebbe detto di voler darle fuoco.
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