Ha moglie e non lo sa: nozze impossibili
Va in Comune per sposarsi e scopre che 6 anni prima s’era unito a Santo Domingo con una sconosciuta: matrimonio fasullo
Ha già una moglie, ma non lo sapeva. Matrimonio impossibile, solo che stavolta il protagonista non è Ryan Reynolds, promesso sposo nell’omonima pellicola di Andrew Fleming. Il malcapitato è Giuseppe (nome di fantasia), 39enne di Pastena che sogna di convolare a nozze con la donna amata. Un’utopia, ad ora, ché a luglio 2020 il giovane ha saputo d’essere già marito d’una sconosciuta. È una sua coetanea di Barahona, profondo sud dell’amena Repubblica dominicana. Giuseppe ha scoperto d’avere una moglie il 15 luglio di due anni fa, nel bel mezzo del tour de force d’un promesso sposo che raccoglie documenti in vista del fatidico sì. Quel giorno l’ufficiale di Stato civile del Comune di Salerno gli ha rilasciato un estratto dell’atto di matrimonio. Su quel foglio c’erano il nome di Giuseppe e della giovane dominicana: «Hanno contratto matrimonio – si legge – a Santo Domingo il 10 luglio del 2014». Sei anni prima.
La scoperta al Comune. Al tempo, è riportato nel Registro degli atti, l’ufficiale di turno in via Picarielli aveva ricevuto l’istanza di trascrizione del connubio direttamente dall’Ambasciata italiana a Santo Domingo. Ed aveva meticolosamente adempiuto. Solo che quelle nozze sono fasulle. Nei giorni del rito sponsale, infatti, Giuseppe era a Salerno: aveva visitato la Repubblica dominicana in passato, sì, ma non aveva mai conosciuto quella donna. E ha dovuto sudare sette camicie per spiegarlo alla fidanzata, in principio convinta che il futuro (chissà quando) marito le avesse nascosto una moglie oltreoceano. Bigamo, ma ignaro: l’amata gli ha creduto solo quando ha visto il passaporto. Ed ha preso atto che al tempo del fasullo matrimonio Giuseppe non era sull’isola. Passaporto canta, ma per la Repubblica italiana – e quella dominicana – Giuseppe è sposato. Con una donna che non conosce. Con ogni probabilità è stato raggirato: qualcuno potrebbe aver falsificato i suoi documenti proprio quando è stato a Santo Domingo.
Prima archiviazione. E nel frattempo la Ghost Bride – pure questo, purtroppo, non è un film – s’è trasferita in Italia: vive a Legnano, in provincia di Milano. Il suo nome è all’Anagrafe nazionale della popolazione residente. Ha sposato un italiano, l’inconsapevole Giuseppe. Materia da investigatori. E con l’intento di far chiarezza sull’accaduto – e di poter finalmente sposare la donna amata – il giorno stesso il salernitano ha sporto denuncia alla Questura. La “sposa fantasma” è stata iscritta nel registro degli indagati: le ipotesi di reato erano sostituzione di persona e falso ideologico. Ad ottobre 2020 gli ufficiali di polizia giudiziaria lo hanno ascoltato. Invano: ai primi di novembre la pm Elena Cosentino ha archiviato.
Il secondo stop. A marzo del 2021, allora, il salernitano, assistito dall’avvocato Assunta Mutalipassi, ha ripresentato denuncia: «Ho urgente necessità – ha scritto agli inquirenti – di annullare il presente matrimonio mai celebrato. S’evince dal mio passaporto che in quel periodo non ero assolutamente nella Repubblica dominicana ma in Italia. È stato tutto falsamente eseguito: anche l’apposizione della mia firma fasulla». Un accorato appello agli inquirenti: «Al Comune di Salerno mi chiedono di presentare l’accertamento del giudice ai fini della cancellazione per poter serenamente sposare la mia compagna». Il fascicolo è finito nelle mani del sostituto procuratore Alessandro Di Vico, che ad agosto dello scorso anno pure ha chiesto d’archiviare il procedimento, ritenuto una “fotocopia” di quello già accantonato in passato. Istanza accolta, in barba all’opposizione di Giuseppe: «Il precedente procedimento – si legge nel decreto d’un anno fa del gip Carla Di Filippo – veniva archiviato perché il fatto consumato doveva ritenersi prescritto e non sussistono neanche i presupposti per una riapertura delle indagini. L’ipotetica falsità andrà accertata eventualmente in sede civile».
Dal penale al civile. È quel che ha fatto il 39enne: con la Mutalipassi, ha proposto istanza d’annullamento di matrimonio fittizio alle toghe della Prima sezione civile del Tribunale di Salerno. Invano, di nuovo: prime avvisaglie fin dal 26 aprile scorso, quando, fissando l’udienza per la comparizione personale (al 4 ottobre), il giudice Valentina Chiosi aveva già rilevato d’ufficio l’inammissibilità del ricorso, «non potendo essere qualificato come divorzio contenzioso». E nemmeno «come domanda di annullamento del matrimonio ai sensi dell’articolo 122 del Codice civile (che consente di cancellare le nozze per violenza o errore, ndr) che, in ogni caso, comporta l’applicazione del rito di cognizione ordinario», quando spetta al giudice accertare i fatti ed applicare le norme per risolvere un contrasto col convenuto. E poi «se la richiesta d’annullamento attiene alla formazione dell’atto di matrimonio, la domanda va presentata nel Paese in cui l’atto è stato formato». A Santo Domingo. A 8.240 chilometri di distanza. Nelle scorse settimane l’epilogo è arrivato: «Domanda inammissibile». Come le nozze tra Giuseppe e la fidanzata: questo matrimonio non s’ha da fare.
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La scoperta al Comune. Al tempo, è riportato nel Registro degli atti, l’ufficiale di turno in via Picarielli aveva ricevuto l’istanza di trascrizione del connubio direttamente dall’Ambasciata italiana a Santo Domingo. Ed aveva meticolosamente adempiuto. Solo che quelle nozze sono fasulle. Nei giorni del rito sponsale, infatti, Giuseppe era a Salerno: aveva visitato la Repubblica dominicana in passato, sì, ma non aveva mai conosciuto quella donna. E ha dovuto sudare sette camicie per spiegarlo alla fidanzata, in principio convinta che il futuro (chissà quando) marito le avesse nascosto una moglie oltreoceano. Bigamo, ma ignaro: l’amata gli ha creduto solo quando ha visto il passaporto. Ed ha preso atto che al tempo del fasullo matrimonio Giuseppe non era sull’isola. Passaporto canta, ma per la Repubblica italiana – e quella dominicana – Giuseppe è sposato. Con una donna che non conosce. Con ogni probabilità è stato raggirato: qualcuno potrebbe aver falsificato i suoi documenti proprio quando è stato a Santo Domingo.
Prima archiviazione. E nel frattempo la Ghost Bride – pure questo, purtroppo, non è un film – s’è trasferita in Italia: vive a Legnano, in provincia di Milano. Il suo nome è all’Anagrafe nazionale della popolazione residente. Ha sposato un italiano, l’inconsapevole Giuseppe. Materia da investigatori. E con l’intento di far chiarezza sull’accaduto – e di poter finalmente sposare la donna amata – il giorno stesso il salernitano ha sporto denuncia alla Questura. La “sposa fantasma” è stata iscritta nel registro degli indagati: le ipotesi di reato erano sostituzione di persona e falso ideologico. Ad ottobre 2020 gli ufficiali di polizia giudiziaria lo hanno ascoltato. Invano: ai primi di novembre la pm Elena Cosentino ha archiviato.
Il secondo stop. A marzo del 2021, allora, il salernitano, assistito dall’avvocato Assunta Mutalipassi, ha ripresentato denuncia: «Ho urgente necessità – ha scritto agli inquirenti – di annullare il presente matrimonio mai celebrato. S’evince dal mio passaporto che in quel periodo non ero assolutamente nella Repubblica dominicana ma in Italia. È stato tutto falsamente eseguito: anche l’apposizione della mia firma fasulla». Un accorato appello agli inquirenti: «Al Comune di Salerno mi chiedono di presentare l’accertamento del giudice ai fini della cancellazione per poter serenamente sposare la mia compagna». Il fascicolo è finito nelle mani del sostituto procuratore Alessandro Di Vico, che ad agosto dello scorso anno pure ha chiesto d’archiviare il procedimento, ritenuto una “fotocopia” di quello già accantonato in passato. Istanza accolta, in barba all’opposizione di Giuseppe: «Il precedente procedimento – si legge nel decreto d’un anno fa del gip Carla Di Filippo – veniva archiviato perché il fatto consumato doveva ritenersi prescritto e non sussistono neanche i presupposti per una riapertura delle indagini. L’ipotetica falsità andrà accertata eventualmente in sede civile».
Dal penale al civile. È quel che ha fatto il 39enne: con la Mutalipassi, ha proposto istanza d’annullamento di matrimonio fittizio alle toghe della Prima sezione civile del Tribunale di Salerno. Invano, di nuovo: prime avvisaglie fin dal 26 aprile scorso, quando, fissando l’udienza per la comparizione personale (al 4 ottobre), il giudice Valentina Chiosi aveva già rilevato d’ufficio l’inammissibilità del ricorso, «non potendo essere qualificato come divorzio contenzioso». E nemmeno «come domanda di annullamento del matrimonio ai sensi dell’articolo 122 del Codice civile (che consente di cancellare le nozze per violenza o errore, ndr) che, in ogni caso, comporta l’applicazione del rito di cognizione ordinario», quando spetta al giudice accertare i fatti ed applicare le norme per risolvere un contrasto col convenuto. E poi «se la richiesta d’annullamento attiene alla formazione dell’atto di matrimonio, la domanda va presentata nel Paese in cui l’atto è stato formato». A Santo Domingo. A 8.240 chilometri di distanza. Nelle scorse settimane l’epilogo è arrivato: «Domanda inammissibile». Come le nozze tra Giuseppe e la fidanzata: questo matrimonio non s’ha da fare.
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