Fermato un amico di Antonio Ha ucciso per poche dosi di droga
Karol Lapenta, 18 anni, è stato bloccato subito dopo il ritrovamento del corpo del ragazzo scomparso La confessione nella notte: ha accoltellato il 19enne per impossessarsi di 50 grammi di marijuana
BUONABITACOLO. È un diciottenne il presunto assassino di Antonio Alexander Pascuzzo. Karol Lapenta, questo il suo nome, residente a Buonabitacolo ma di origine polacca, è stato sottoposto a fermo la notte scorsa per l’omicidio del diciannovenne, anche lui residente nel piccolo comune del Vallo di Diano, il cui corpo è stato trovato nel primo pomeriggio di sabato sul greto del fiume Peglio, nei pressi del campo sportivo e della piscina comunale di Buonabitacolo, a una settimana dalla sua sparizione e di ricerche vane.
Il decreto di fermo di indiziato di delitto è stato emesso dal procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Lagonegro, Vittorio Russo, al termine di un interrogatorio durante il quale il giovane ha ammesso le sue responsabilità. Karol Lapenta è accusato di omicidio volontario pluriaggravato dai futili motivi e crudeltà, occultamento di cadavere e rapina aggravata. Il 18enne ha raccontato agli inquirenti di aver ucciso il suo amico la sera stessa in cui è scomparso. Gli ha tolto la vita colpendolo più volte con un coltello. Sono infatti almeno 6 i fendenti inferti al torace. Il motivo del terribile gesto? Impossessarsi della marijuana - pare non più di 50 grammi - che probabilmente avrebbe dovuto acquistare dalla vittima ma che non intendeva pagare.
Stando ad una prima ricostruzione fatta dagli investigatori, Antonio Pascuzzo la sera del 6 aprile ha ricevuto un messaggio da parte di Karol Lapenta: un contatto per ottenere un incontro finalizzato, presumibilmente, proprio all’acquisto della sostanza stupefacente. Antonio esce di casa dicendo allo zio che andava a comprare le sigarette e che sarebbe tornato di lì a poco. Evidentemente, il 19enne pensava di poter chiudere la faccenda nel giro di pochi minuti, ma le cose durante quell’incontro non sono andate come immaginava: quell’appuntamento, con una persona che peraltro conosceva bene, gli sarebbe costato la vita. Antonio arriva nel luogo dell’incontro in sella alla sua bicicletta, una Bmx; i due si vedono a poche decine di metri di distanza dal luogo in cui è stato poi trovato il cadavere. Karol Lapenta gli chiede la droga, però non ha alcuna intenzione di pagare quella marijuana e decide quindi di appropriarsene con la forza. Il tentativo di rapina, in pochi secondi, degenera in tragedia. Il diciottenne tira fuori un coltello e colpisce più volte al petto Antonio: alcuni dei fendenti risulteranno letali e, dopo poco, il cuore del ragazzo cessa di battere.
Dopo averlo ucciso, Karol Lapenta trascina per una cinquantina di metri il cadavere dell’amico per poi gettarlo da un dislivello di circa cinque metri sul greto del corso d’acqua dove è stato poi rinvenuto. I carabinieri hanno anche trovato e sequestrato l’arma usata per il delitto, un coltello con una lama di venti centimetri prelevato dal presunto assassino nella macelleria dove lavorava. Ieri mattina, il 18enne è stato trasferito dalla caserma della Compagnia dei carabinieri di Sala Consilina al carcere di Potenza, in attesa dell’udienza di convalida del fermo.
Le ricerche di Antonio Alexander Pascuzzo sono andate avanti a Buonabitacolo e non solo ininterrottamente per otto giorni, della vicenda si sono occupate per diversi giorni anche le trasmissioni della Rai “La vita in diretta” e “Chi l’ha visto?”. In molti, nel piccolo centro del Vallo di Diano, speravano che il ragazzo potesse essersi allontanato spontaneamente e che prima o poi si sarebbe fatto vivo con la famiglia. Nessuno poteva mai immaginare che, invece, da giorni il suo corpo privo di vita si trovava a pochi chilometri di distanza dal centro abitato.
Karol Lapenta ha cercato, durante le lunghe giornate caratterizzate dalle ricerche, di non destare alcun tipo di sospetto, facendo molta attenzione a non “tradirsi”. È stato infatti visto spesso in giro e anche sabato pomeriggio si è recato, così come hanno fatto tantissime persone, sul luogo in cui è stato trovato il corpo di Antonio. Eppure, i carabinieri fin da subito hanno sospettato che il giovane di origini polacche potesse essere l’autore dell’omicidio. Suo era stato l’ultimo messaggio ricevuto da Antonio prima di uscire di casa e, grazie all’analisi dei tabulati del traffico telefonico e delle celle agganciate dai telefoni cellulari, sono riusciti ad individuare l’area in cui i due si erano incontrati e dove quindi poteva trovarsi anche il corpo del 19enne scomparso da casa.
Stamane si terrà l’autopsia mentre le indagini intanto continuano per capire se la sera del 6 aprile c’era anche qualche altra persona che potrebbe aver aiutato l’assassino a nascondere il cadavere.
Erminio Cioffi
©RIPRODUZIONE RISERVATA.
Il decreto di fermo di indiziato di delitto è stato emesso dal procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Lagonegro, Vittorio Russo, al termine di un interrogatorio durante il quale il giovane ha ammesso le sue responsabilità. Karol Lapenta è accusato di omicidio volontario pluriaggravato dai futili motivi e crudeltà, occultamento di cadavere e rapina aggravata. Il 18enne ha raccontato agli inquirenti di aver ucciso il suo amico la sera stessa in cui è scomparso. Gli ha tolto la vita colpendolo più volte con un coltello. Sono infatti almeno 6 i fendenti inferti al torace. Il motivo del terribile gesto? Impossessarsi della marijuana - pare non più di 50 grammi - che probabilmente avrebbe dovuto acquistare dalla vittima ma che non intendeva pagare.
Stando ad una prima ricostruzione fatta dagli investigatori, Antonio Pascuzzo la sera del 6 aprile ha ricevuto un messaggio da parte di Karol Lapenta: un contatto per ottenere un incontro finalizzato, presumibilmente, proprio all’acquisto della sostanza stupefacente. Antonio esce di casa dicendo allo zio che andava a comprare le sigarette e che sarebbe tornato di lì a poco. Evidentemente, il 19enne pensava di poter chiudere la faccenda nel giro di pochi minuti, ma le cose durante quell’incontro non sono andate come immaginava: quell’appuntamento, con una persona che peraltro conosceva bene, gli sarebbe costato la vita. Antonio arriva nel luogo dell’incontro in sella alla sua bicicletta, una Bmx; i due si vedono a poche decine di metri di distanza dal luogo in cui è stato poi trovato il cadavere. Karol Lapenta gli chiede la droga, però non ha alcuna intenzione di pagare quella marijuana e decide quindi di appropriarsene con la forza. Il tentativo di rapina, in pochi secondi, degenera in tragedia. Il diciottenne tira fuori un coltello e colpisce più volte al petto Antonio: alcuni dei fendenti risulteranno letali e, dopo poco, il cuore del ragazzo cessa di battere.
Dopo averlo ucciso, Karol Lapenta trascina per una cinquantina di metri il cadavere dell’amico per poi gettarlo da un dislivello di circa cinque metri sul greto del corso d’acqua dove è stato poi rinvenuto. I carabinieri hanno anche trovato e sequestrato l’arma usata per il delitto, un coltello con una lama di venti centimetri prelevato dal presunto assassino nella macelleria dove lavorava. Ieri mattina, il 18enne è stato trasferito dalla caserma della Compagnia dei carabinieri di Sala Consilina al carcere di Potenza, in attesa dell’udienza di convalida del fermo.
Le ricerche di Antonio Alexander Pascuzzo sono andate avanti a Buonabitacolo e non solo ininterrottamente per otto giorni, della vicenda si sono occupate per diversi giorni anche le trasmissioni della Rai “La vita in diretta” e “Chi l’ha visto?”. In molti, nel piccolo centro del Vallo di Diano, speravano che il ragazzo potesse essersi allontanato spontaneamente e che prima o poi si sarebbe fatto vivo con la famiglia. Nessuno poteva mai immaginare che, invece, da giorni il suo corpo privo di vita si trovava a pochi chilometri di distanza dal centro abitato.
Karol Lapenta ha cercato, durante le lunghe giornate caratterizzate dalle ricerche, di non destare alcun tipo di sospetto, facendo molta attenzione a non “tradirsi”. È stato infatti visto spesso in giro e anche sabato pomeriggio si è recato, così come hanno fatto tantissime persone, sul luogo in cui è stato trovato il corpo di Antonio. Eppure, i carabinieri fin da subito hanno sospettato che il giovane di origini polacche potesse essere l’autore dell’omicidio. Suo era stato l’ultimo messaggio ricevuto da Antonio prima di uscire di casa e, grazie all’analisi dei tabulati del traffico telefonico e delle celle agganciate dai telefoni cellulari, sono riusciti ad individuare l’area in cui i due si erano incontrati e dove quindi poteva trovarsi anche il corpo del 19enne scomparso da casa.
Stamane si terrà l’autopsia mentre le indagini intanto continuano per capire se la sera del 6 aprile c’era anche qualche altra persona che potrebbe aver aiutato l’assassino a nascondere il cadavere.
Erminio Cioffi
©RIPRODUZIONE RISERVATA.