L'OMICIDIO

Femminicidio a Pontecagnano, la collega di Anna: «Lei aveva paura»

Paola Campione racconta gli ultimi istanti di vita della 30enne

PONTECAGNANO FAIANO - «Era finita da otto mesi, ma lui non lo aveva mai accettato: era convinto che Anna fosse solo la sua». Voce tremante di Paola Campione, 42 anni, collega di Anna Borsa, subito dopo la tragedia di via Tevere. Non crede a quel che ha visto, la dipendente del Salone “Sica”: «Anna si stava lavando le mani - racconta - perché aveva appena ultimato una colorazione. S’è asciugata le mani ed è andata dietro, in ufficio. E lui le ha sparato». È stata lei a chiamare i carabinieri. E sempre lei aveva invitato Erra ad andar via: «“Alfrè, esci fuori”, gli ho detto. Aveva un trolley blu. Era vestito tutto nero». Pure Anna l’aveva esortato ad allontanarsi: «“Esci fuori, dopo esco io fuori”, gli ha detto, ma lui “No, devo dirti solo una cosa”». Il coraggio di Anna: «Aveva paura. Aveva paura da mesi. Lui non aveva mai accettato la fine di quella storia». Era un incubo, per Anna, che ieri mattina era particolarmente pensierosa. Se n’è accorta pure Simona Cataldo, l’ultima cliente alla quale Anna è riuscita a dedicarsi prima che avvenisse la tragedia: «Era preoccupata- racconta la giornalista di LiraTv - ma non avrebbe mai immaginato che lui potesse agire con tanta violenza nei suoi confronti. Perdo un’amica e sono senza parole per quanto avvenuto», le parole della cronista giffonese.

A Pontecagnano resta lo choc per una macabra tragedia nel cuore della città. Un assassinio in pieno giorno, nel cuore della città. A due passi dalla chiesa “Madre dell’Immacolata”, con il dolore e la commozione manifestata dal parroco, don Antonio Pisani: «Oggi ci aspetta solo la preghiera . Non il rancore e l’odio. Affidiamo la povera Anna alla misericordia di Dio. Il silenzio è la lezione più profonda. Solo lo sguardo e la tenerezza del cuore possono comprendere il dramma di una mamma e di un papà che vivono questa tragedia». Un dramma che ha travolto persone innocenti.

Pure una delle clienti del salone di bellezza costretta a spostarsi in un’altra parruccheria poco distante, sul corso. La donna scappata fuori, poco dopo la tragedia, è stata assistita dalla titolare del salone di bellezza di corso Umberto, Nadia di Napoli: «La signora è arrivata in negozio sotto choc. Aveva bisogno di ultimare le fasi conclusive del colore. Lo abbiamo fatto con immenso piacere. Conoscevo Anna e speravo potesse diventare una nostra collaboratrice, ma tra colleghi ci si rispetta e lei era affezionata ai datori di lavoro».
Il grande cuore di Anna. Innamorata della sua famiglia e legatissima al fratello più piccolo, il “suo” Vincenzo, il suo «posto sicuro», come lo aveva definito, indossatore e titolare del “Vis a Vis”, uno store d’abbigliamento poco distante, a corso Umberto. Anna, viveva nei paraggi dell’Ufficio postale di via Sanzio. Un cuore grande quanto il cielo, colore dei suoi occhi. Saldo come la speranza. quella di un’ancora tatuata sull’avambraccio. Le piaceva la musica neomelodica: Mario Forte, e soprattutto Tony Colombo. Aveva un cane, il suo Bob. «Quando ti ho incontrato - l’amorevole messaggio social a corredo d’una fotografia insieme all’amico a quattro zampe, postata il 20 febbraio scorso, giorno del settimo compleanno dell’amato animale - non sapevo come fare con te. Adesso, invece, non so come farei senza di te». (e. a.)

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