Estorsione, va a giudizio il ras delle guardie giurate
L’ex carabiniere Di Tullio avrebbe minacciato alcuni dipendenti di licenziamento Secondo l’accusa, sarebbero stati imposti compensi più bassi di quelli previsti
NOCERA INFERIORE. Affronterà il processo con l’accusa di estorsione consumata ai danni di cinque dipendenti, costretti a firmare dimissioni in bianco e a percepire uno stipendio inferiore a quello dichiarato l’ex carabiniere Domenico Di Tullio, 69enne titolare di un’agenzia di vigilanza e investigazioni.
La decisione del Gup del Tribunale di Nocera Inferiore Giovanna Pacifico ha accolto la richiesta della Procura nocerina, dopo una precedente istanza di archiviazione da parte del Pm, con una fase intermedia di nuove indagini e ulteriori approfondimenti sulla vicenda svolti in un secondo momento.
Il processo si celebrerà il prossimo venticinque settembre davanti al giudice Russo Guarro. Di Tullio, difeso di fiducia dall’avvocato Maria Grazia Cafisi, è titolare della S.S.D. Security Services di Nocera Inferiore, attiva da anni nel settore della vigilanza privata, impegnata in un’area geografica estesa con incarichi e commesse per la sicurezza di esercizi commerciali, supermercati e private abitazioni. L’imprenditore venne denunciato da cinque diversi dipendenti che svolgevano mansioni di guardie giurate presso la sua società, licenziati nel 2014, tutti pronti a costituirsi in giudizio, assistiti dall’avvocato Giovanni Annunziata. L’iter giudiziario ha due percorsi: uno penale e un altro civile con il caso finito dinanzi al giudice del lavoro previa impugnazione dei licenziamenti camuffati da dimissioni volontarie. Le denunce promosse dalle cinque guardie giurate si riferiscono all’agosto del 2014 quando i cinque venero licenziati. La denuncia, approdata alla Procura, fu seguita da una richiesta di archiviazione da parte del pm Giuseppe Cacciapuoti, impugnata dagli ex dipendenti, col Gip ad accogliere l’opposizione delle parti civili col successivo ordine di nuove indagini con l’imputazione coatta.
A questo punto Di Tullio dovrà difendersi dall’accusa di estorsione ai danni degli ex dipendenti nella sede del processo. Secondo le ricostruzioni accusatorie, secondo quanto emerso dalle indagini, nelle vesti di titolare imponeva un modulo di dimissioni in bianco da firmare, prospettando problemi ai dipendenti, i quali potevano incorrere nella mancata assunzione o, peggio, nella perdita immediata del posto di lavoro.
Nel corso del rapporto di lavoro, secondo le ricostruzioni, avrebbe costretto le giovani guardie giurate a firmare delle buste paga con l’indicazione di importi diversi e maggiori rispetto a quanto poi hanno percepito, gonfiando i compensi. La questione contempla gravi violazioni dei diritti dei lavoratori, finite all’attenzione di un pubblico dibattimento, con i cinque a sostenere abusi e le loro relative battaglie arrivate ad un contenzioso civile - dinanzi al giudice del lavoro - e ad uno penale, ora atteso dal processo, con l’accusa seguita dal Pm Giuseppe Cacciapuoti, la difesa dell’imputato affidata all’avvocato Cafisi e le parti civili rappresentate dall’avvocato Annunziata. (a. t. g.)
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