POLITICA

Elezioni regionali, il Pd fissa la direzione

Il 17 febbraio l’attesa decisione sul nome del candidato presidente

S’allontana sempre di più l’ipotesi di un’intesa elettorale, in vista delle regionali della prossima primavera, tra Pd e Movimento 5 Stelle. Ad osservare, come spettatore interessato l’evolversi della situazione, è il governatore uscente Vincenzo De Luca . Perché, non è un mistero, che i 5 Stelle, in caso di un’alleanza in Campania, avrebbero chiesto la sua testa, come auspicato anche da una parte del Pd campano. Governatore che, comunque, si sarebbe presentato ugualmente ai nastri di partenza, contro il suo partito. E, soprattutto, mettendo in difficoltà il primogenito, il deputato del Pd, Piero De Luca. Il muro dei 5 Stelle campani, a meno di una clamorosa marcia indietro (auspicata soprattutto dal presidente della Camera, Roberto Fico , in rotta di collisione con i “duri e puri” dell’ex capo politico Luigi Di Maio , mette al riparo De Luca da brutte sorprese.

Il ministro Costa. In caso di accordo tra Pd e Movimento 5 Stelle ad essere indicato quale candidato della coalizione sarebbe stato, senza ombra di dubbio, il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa. Ministro che non entra nel merito del risultato dell’assemblea dei 5 Stelle campani – che ha mostrato il pollice verso nei riguardi di un’ipotesi di un asse Pd-5 Stelle - limitandosi ad osservare ieri come «il Movimento 5 Stelle fa il suo percorso ed è giusto che la base si pronunci, perché il movimento nasce proprio dal senso della partecipazione dal basso e questo va salutato sempre con grande entusiasmo». «È bella – aggiunge Costa - la partecipazione che c’è stata, ognuno ha avuto il tempo di proporre la propria idea, poi i livelli di cosiddetta alta politica vengono decisi nel Movimento e io lo osservo soltanto. In questo momento le cose che mi riguardano sono tante tra cui anche la legge Terra Mia e queste sono risposte che voglio dare al cittadino. In tutti i fenomeni politici da cittadino mi interessa molto il dibattito e uno dei pilastri del Movimento non è solo il dibattito ma la partecipazione e mi pare il percorso più bello da vedere ».

La risposta del Pd. A commentare, per il Pd, la volontà dei 5 Stelle campani è De Luca junior. «Il Pd non ha chiuso la porta – puntualizza Piero De Luca - ma mi pare che dai Cinquestelle sia arrivata una chiusura netta. I Cinquestelle sono liberi di prendere le scelte e le decisioni che vogliono. Noi, allo stesso tempo, abbiamo il diritto e il dovere di mettere in campo proposte che siano in grado di valorizzare, in Regione Campania, l'esperienza amministrativa positiva degli ultimi cinque anni». De Luca anticipa pure come durante la prossima direzione regionale del Pd, in programma il 17 febbraio, il partito «farà la propria scelta, confermerà il governatore uscente quale candidato del Pd, metterà in campo una coalizione di centrosinistra ampia che guardi a sinistra, ma che guardi anche al campo moderato, riformista e a tutte le categorie dinamiche imprenditoriali e ai professionisti della regione Campania».

Il no a Caldoro. Anche nel centrodestra è tempo di scelte. E, per l’ennesima volta, Mara Carfagna boccia Stefano Caldoro. «Credo che bisogni uscire dal vecchio schema De Luca- Caldoro – spiega la vice presidente della Camera – in quanto sarebbe la terza volta che noi proponiamo agli elettori questo match. Si potrebbe avanzare una candidatura più forte, più popolare. È chiaro che più passa il tempo e più è difficile che questo accada». A detta dell’ex ministro alle Pari opportunità bisogna «anzitutto privilegiare il valore dell’unità della nostra coalizione». E proprio in questa direzione Carfagna evidenzia come gli alleati mostrino «qualche perplessità riguardo al candidato espresso da Forza Italia, perplessità che anche io avevo avanzato, se non altro perché è una candidatura che gli elettori avevano già sperimentato e si sono già espressi, una volta con successo e una senza successo ».

(g.d.s.)