INCHIESTA RIFIUTI
Ecco come volevano aprireun sito a Valle della Masseria
Dalle intercettazioni i retroscena delle decisioni che avrebbe dovuto prendere il commissariato sulla discarica di Serre
E' quello che non ti aspetti. Dalle intercettazioni telefoniche contenute nelle 643 pagine dell’inchiesta "Rompiballe", firmate dal giudice per le indagini preliminari Rosanna Saraceno, emergono particolari inquietanti sulle scelte di Guido Bertolaso, Marta Di Gennaro sua vice, e dell’intero entourage che lavorava al Commissariato all’epoca dei fatti. Bertolaso spinge in più occasioni ad aprire Valle della Masseria anche attraverso l’utilizzo delle analisi del percolato di Macchia Soprana, fatte con i suoi uomini di fiducia con la speranza di renderle pubbliche nel momento opportuno, tenendo fuori anche l’Arpac. Al Capo della Protezione civile non andava di essere "scavalcato" dal ministero dell’Ambiente e sperava che negli accertamenti uscissero fonti di inquinamento così da mettere sotto scacco i suoi "avversari". Prendere tempo e poi avvalersi del comma 8 contenuto nel decreto legislativo che prevedeva, nel caso in cui non si fosse completata Macchia Soprana entro il 1 luglio 2007 come sito di stoccaggio temporaneo, l’utilizzo di Valle della Masseria. Non solo.
Lo staff del Commissariato paventò anche l’ipotesi di bloccare Macchia Soprana con una denuncia alla Procura della Repubblica di Salerno che avrebbe fatto Carmine Cennamo, ex sindaco di Postiglione e adesso consigliere provinciale, utilizzando l’amministratore che in quei giorni si contrapponeva all’utilizzo della cava. La cosa che colpisce di più dalle intercettazioni telefoniche è anche la voglia, da parte della Di Gennaro e Bertolaso, di cogliere l’opportunità di sfruttare tutte e due le discariche di Serre anche ritenendo Macchia Soprana non adatta ad ospitare l’immondizia.
Tanto che il progetto, che il Commissariato non volle approvare, venne poi redatto dalla Provincia di Salerno. La necessità di ampliare il sito è stata riproposta in queste ore da Bertolaso che, dopo il nuovo incarico da sottosegretario, l’ha paventata come alternativa valida. Una guerra "sporca". Ma andiamo per gradi. Ecco pezzi delle intercettazioni nelle quali è lo stesso Bertolaso a chiarirsi tutto in una telefonata con la Di Gennaro: «E’ che ovviamente a me di Macchia Soprana non me ne frega un c... e non la faremo mai probabilmente... mentre a me mi serve Valle della Masseria sabato prossimo quando chiudiamo Villaricca.... e quindi a questo punto bisogna riorganizzare i lavori in funzione di un sito temporaneo di 100mila tonnellate? 150mila tonnellate? Quello che ci serve per caricare tutta la monnezza che c’è nelle strade dei centri più importanti...e portarla nell’arco di una settimana a Valle della Masseria e ficcargliela nel c...». Lo scopo, come detto prima, è quello di utilizzare tutte e due i siti. Senza responsabilità del Commissariato tutto diventerebbe più facile.
E sul percolato che Bertolaso cerca di combattere la battaglia. Il 17 luglio 2007 due suoi uomini fidati vanno a Macchia Soprana per prelevare del percolato. Ilaria Proietti, giornalista e sua portavoce, e Rocco De Frenza, carabiniere distaccato alla Protezione Civile, effettuano l’operazione, ma sulla loro strada incontrano i tecnici del Ministero dell’Ambiente. Il problema sarà risolto dal De Frenza. «Fate un diversivo. Loro procedono, tu di guardi intorno e passeggi per la discarica» dice preoccupata la Di Gennaro alla Proietti. «Perch... loro se vi vedono fare le analisi e immediatamente potrebbero scrivere: "stanno facendo le analisi senza l’Arpac»> spiega nella stessa conversazione la vice di Bertolaso. L’operazione sarà svolta con successo: «I tecnici del Ministero verrann... sono stati debitamente (sic!) contro informati» dirà qualche ora dopo lo stesso De Frenza ad un uomo che lavora con la Di Gennaro. Lo stesso giorno la macchina che portò i due a Serre ebbe un incidente. Un manifestante fu toccato dall’autista e scoppiò una rissa sedata dalle forze dell’ordine. Infine, in un’altra intercettazione telefonica, Marta Di Gennaro cerca una strada diversa per bloccare Macchia Soprana.
La vice di Bertolaso pensa di utilizzare Carmine Cennamo, che doveva presentare alla Procura della Repubblica di Salerno un dossier chiamato "Rinaldi" che avrebbe contenuto aspetti rilevanti tanto da potare al sequestro di Macchia Soprana. La Di Gennaro lo dice al telefono con un uomo non identificato dalla magistratura: Uomo: «Sarebbe disposto a fare una denuncia alla Procura della repubblica», dice riferendosi a Cennamo. Marta Di Gennaro: «Penso di si». Insomma la vicenda di Macchia Soprana letta negli incartamenti della Procura di Napoli, rende ancora più complessa la situazione in provincia di Salerno. Ed appare sotto una luce che in molti immaginavano, ma di cui nessuno ne aveva la prova fino ad oggi.
E, naturalmente, sulle barricate è Palmiro Cornetta, sindaco di Serre: «Quando Bertolaso venne a Serre gli parlai anche di alcune compravendite dei terreni della cava di Valle della Masseria. Ma lui affermò che non era interessato alla cosa. Inoltre - spiega il sindaco - le sue parole non fanno altro che confermare l’accanimento nei nostri confronti. Cosa c’è sotto?» si chiede il sindaco. E con lui una città intera chnelle prossime ore potrebbe essere visitata da Guido Bertolaso che potrebbe chiedere l’ampliamento di Macchia Soprana.
Vincenzo Pane
Lo staff del Commissariato paventò anche l’ipotesi di bloccare Macchia Soprana con una denuncia alla Procura della Repubblica di Salerno che avrebbe fatto Carmine Cennamo, ex sindaco di Postiglione e adesso consigliere provinciale, utilizzando l’amministratore che in quei giorni si contrapponeva all’utilizzo della cava. La cosa che colpisce di più dalle intercettazioni telefoniche è anche la voglia, da parte della Di Gennaro e Bertolaso, di cogliere l’opportunità di sfruttare tutte e due le discariche di Serre anche ritenendo Macchia Soprana non adatta ad ospitare l’immondizia.
Tanto che il progetto, che il Commissariato non volle approvare, venne poi redatto dalla Provincia di Salerno. La necessità di ampliare il sito è stata riproposta in queste ore da Bertolaso che, dopo il nuovo incarico da sottosegretario, l’ha paventata come alternativa valida. Una guerra "sporca". Ma andiamo per gradi. Ecco pezzi delle intercettazioni nelle quali è lo stesso Bertolaso a chiarirsi tutto in una telefonata con la Di Gennaro: «E’ che ovviamente a me di Macchia Soprana non me ne frega un c... e non la faremo mai probabilmente... mentre a me mi serve Valle della Masseria sabato prossimo quando chiudiamo Villaricca.... e quindi a questo punto bisogna riorganizzare i lavori in funzione di un sito temporaneo di 100mila tonnellate? 150mila tonnellate? Quello che ci serve per caricare tutta la monnezza che c’è nelle strade dei centri più importanti...e portarla nell’arco di una settimana a Valle della Masseria e ficcargliela nel c...». Lo scopo, come detto prima, è quello di utilizzare tutte e due i siti. Senza responsabilità del Commissariato tutto diventerebbe più facile.
E sul percolato che Bertolaso cerca di combattere la battaglia. Il 17 luglio 2007 due suoi uomini fidati vanno a Macchia Soprana per prelevare del percolato. Ilaria Proietti, giornalista e sua portavoce, e Rocco De Frenza, carabiniere distaccato alla Protezione Civile, effettuano l’operazione, ma sulla loro strada incontrano i tecnici del Ministero dell’Ambiente. Il problema sarà risolto dal De Frenza. «Fate un diversivo. Loro procedono, tu di guardi intorno e passeggi per la discarica» dice preoccupata la Di Gennaro alla Proietti. «Perch... loro se vi vedono fare le analisi e immediatamente potrebbero scrivere: "stanno facendo le analisi senza l’Arpac»> spiega nella stessa conversazione la vice di Bertolaso. L’operazione sarà svolta con successo: «I tecnici del Ministero verrann... sono stati debitamente (sic!) contro informati» dirà qualche ora dopo lo stesso De Frenza ad un uomo che lavora con la Di Gennaro. Lo stesso giorno la macchina che portò i due a Serre ebbe un incidente. Un manifestante fu toccato dall’autista e scoppiò una rissa sedata dalle forze dell’ordine. Infine, in un’altra intercettazione telefonica, Marta Di Gennaro cerca una strada diversa per bloccare Macchia Soprana.
La vice di Bertolaso pensa di utilizzare Carmine Cennamo, che doveva presentare alla Procura della Repubblica di Salerno un dossier chiamato "Rinaldi" che avrebbe contenuto aspetti rilevanti tanto da potare al sequestro di Macchia Soprana. La Di Gennaro lo dice al telefono con un uomo non identificato dalla magistratura: Uomo: «Sarebbe disposto a fare una denuncia alla Procura della repubblica», dice riferendosi a Cennamo. Marta Di Gennaro: «Penso di si». Insomma la vicenda di Macchia Soprana letta negli incartamenti della Procura di Napoli, rende ancora più complessa la situazione in provincia di Salerno. Ed appare sotto una luce che in molti immaginavano, ma di cui nessuno ne aveva la prova fino ad oggi.
E, naturalmente, sulle barricate è Palmiro Cornetta, sindaco di Serre: «Quando Bertolaso venne a Serre gli parlai anche di alcune compravendite dei terreni della cava di Valle della Masseria. Ma lui affermò che non era interessato alla cosa. Inoltre - spiega il sindaco - le sue parole non fanno altro che confermare l’accanimento nei nostri confronti. Cosa c’è sotto?» si chiede il sindaco. E con lui una città intera chnelle prossime ore potrebbe essere visitata da Guido Bertolaso che potrebbe chiedere l’ampliamento di Macchia Soprana.
Vincenzo Pane