Deve scontare 21 anni Longo chiede i domiciliari 

È ricoverato in ospedale: il provvedimento è sospeso per le sue condizioni di salute Fu tra i mandanti dell’omicidio Grimaldi ma è stato condannato anche per spaccio

Lo hanno raggiunto in ospedale, a Sant’Omero, in provincia di Teramo, dove si trova ricoverato per problemi al cuore. Giuseppe Longo, 63 anni, coinvolto nell’omicidio di camorra di Lucio Grimaldi, si era trasferito in Abruzzo dove è stato raggiunto dai carabinieri della stazione di Nereto per la notifica del definitivo di pena di 21 anni, 6 mesi e 21 giorni. L’esecuzione, come spiegato dall’avvocato Massimo Torre, è stata sospesa perché pende dinanzi ai giudizi del tribunale del Riesame di Pescara la richiesta di detenzione alternativa ai domiciliari.
A disporre la cattura di Longo è stata la procura generale della Corte di appello di Salerno che ha dato esecuzione a un cumulo di pene raggiunto dall’ex titolare dell’Ufo Bar, locale – ora chiuso – molto in voga sul litorale di Salerno. Il 63enne Salernitano è stato riconosciuto colpevole di associazione di stampo mafioso, omicidio, come mandante, e di un episodio di spaccio. Per quest’ultimo reato fu tirato in ballo da alcuni collaboratori di giustizia.
Quello di Longo è un nome spesso finito nelle cronache giudiziarie per i suoi collegamenti al clan D’Agostino-Panella. Dieci anni fa finì anche nel blitz della Mobile – l’operazione fu ribattezzata in codice “City” – che colpì duramente l’anima del gruppo camorristico operante nel cuore di Salerno. Quell’operazione svelò i retroscena della consorteria criminale, i mutamenti subiti a seguito dei duri colpi della magistratura con gli arresti dei capi che si sono succeduti.
Nella guerra per il controllo delle attività illecite nella “city” si colloca l’agguato a Grimaldi, ’O Vampiro, avvenuto il 18 aprile 2002. Era da poco trascorso mezzogiorno quando il vecchio boss si fermò al chioschetto del lungomare gestito dalla sua famiglia. Lì lo raggiunsero i killer che gli spararono due colpi al petto, a bruciapelo. Grimaldi era uscito dal carcere tre anni prima, nell’autunno del 1999. Di quell’agguato i giudici hanno sentenziato che Longo fu tra i mandanti e per questo condannato a 12 anni di reclusione.
Di Longo si erano perse le tracce da qualche tempo, da quando aveva scelto di vivere fuori dalla Campania in un altro contesto sociale: a Teramo. Ed è nell’ospedale della cittadina abruzzese che ha ricevuto le prime cure per suoi problemi coronarici. Di là era stato trasferito in quello di Val Vibrata di Sant’Omero per un percorso riabilitativo. Il suo trasferimento in carcere per espirare la pena definitiva è stato sospeso in considerazione delle sue condizioni di salute. (m.l.)
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