Delitto di Diamante, preso l’omicida 

Si è costituito l’assassino di Francesco Augieri: è un 19enne napoletano. Coinvolti anche due ragazzi di Scafati, uno è minore

SCAFATI. Svolta nelle indagini sull’omicidio di Francesco “Ciccio” Augieri, il 23enne di Cosenza assassinato nei giorni scorsi a Diamante. Ieri pomeriggio, un 19enne, ritenuto l’autore del delitto, si è costituito al carcere di Napoli Secondigliano. Si tratta di un ragazzo napoletano sulle cui tracce i carabinieri di Scalea, in collaborazione con i militari della compagnia Napoli Stella, erano fin da giovedì scorso e la cui identità non è stata ancora resa nota. Anche perché le indagini proseguono per definire in maniera compiuta i ruoli degli altri giovani coinvolti. Tra loro, ci sarebbe anche un minorenne di Scafati, amico del ventenne già individuato, che avrebbe avuto un ruolo centrale nella lite per motivi futili costata poi la vita al ragazzo cosentino. Al vaglio anche la posizione di una donna, pure lei scafatese, che secondo le testimonianze di alcuni avventori si sarebbe diretta in un noto forno della città calabrese e, dopo le coltellate ad Augieri e Criscuolo, avrebbe mostrato soddisfazione per la “lezione” impartita dal gruppo.
Erano circa le 4 di notte quando i ragazzi, all’ingresso del Ponte Vecchio a Diamante, si sarebbero scontrati. Da una spallata involontaria sarebbe partito l’alterco che ha portato il ventitreenne cosentino ad essere assassinato con un fendente alla gola, dopo altri colpi alla spalla e al cuore.
Nella circostanza è rimasto ferito anche il ventisettenne Raffaele Criscuolo, giornalista di Boscotrecase, che sarebbe intervenuto per cercare di difendere Augieri. Il giovane si è salvato per il portafogli che ha neutralizzato il fendente ricevuto durante la colluttazione nella quale si è trovato per caso mentre si stava recando a comprare le sigarette in un tabacchi nelle vicinanze. Inutile, invece, per Augieri la corsa disperata in ospedale a Cosenza dopo l’intervento del 118 (Criscuolo, invece, è stato portato a Cetraro dove ha aiutato a ricostruire i fatti con le sue dichiarazioni ai carabinieri).
Quanto agli assassini, nelle ore successive sono risultati irreperibili, ma le forze dell’ordine che indagano sull’omicidio dello studente universitario hanno rapidamente stretto il cerchio intorno ai responsabili, fino a ipotizzare che nell’episodio fossero implicati un ragazzo originario di Scafati, e un suo amico non ancora maggiorenne, oltre a una giovane donna. Ed è proseguita, su questo fronte, l’attività investigativa coordinata dal pm Maria Francesca Cerchiara e condotta dai carabinieri della compagnia di Scalea, guidati dal capitano Daniele Nardone. I due sospettati avrebbero fatto perdere le loro tracce. Per il ventenne, in particolare, sono state attivate ricerche in tutta Scafati e nei comuni vicini. Gli inquirenti, inoltre, avrebbero sondato il terreno nella cerchia di amici che non sono partiti dalla Calabria con la comitiva del giovane, e che potrebbero essersi messi in contatto con lui. Ma ieri pomeriggio, c’è stata la prima, significatica, svolta alle indagini.
Domenico Gramazio
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