L'AFFAIRE APPALTI

Coop e politici, doppia partita in Procura

Attesa per le decisioni dei magistrati su altri nove indagati coinvolti nelle intercettazioni sul “cartello” guidato da Zoccola

SALERNO - La partita dell’inchiesta sul “cartello delle cooperative”, adesso, si giocherà nello stesso luogo ma su due campi diversi. Perché tutto il lavoro che ha portato agli approfondimenti investigativi che da oltre un anno stanno accendendo i riflettori sui rapporti fra i vertici delle “sociali”, la politica e l’apparato amministrativo di Salerno sarà definito in via Dalmazia. È la Cittadella giudiziaria lo “stadio” dove si chiarirà tutto. In due diversi fronti del complesso disegnato da Chipperfield: il primo è quello dell’aula della Seconda sezione penale che si riaprirà il prossimo 6 febbraio per la nuova udienza del processo che vede imputati di corruzione elettorale il presunto dominus del “cartello delle coop”, Fiorenzo “Vittorio” Zoccola, e il consigliere regionale Nino Savastano, nato da una costola dell’inchiesta-madre.

Dal secondo fronte di via Dalmazia, invece, potrebbero arrivare novità anche prima: ai piani superiori della Cittadella, negli uffici che ospitano la Procura guidata da Giuseppe Borrelli, continua il lavoro da parte dei pm Elena Cosentino e Guglielmo Valenti per chiarire le posizioni dei nove indagati che, negli ultimi giorni, non hanno ricevuto l’avviso di conclusione indagini diversamente da altre venti persone (vedi scheda in pagina) . Nove indagati - fra cui figurano il governatore Vincenzo De Luca, il sindaco Vincenzo Napoli e altri dirigenti comunali come Felice Marotta.

Per loro, invece, il limbo continua: al momento, infatti, non c’è stata alcuna comunicazione ufficiale sulle loro posizioni. Nessun avviso di conclusione delle indagini e nemmeno un provvedimento di archiviazione. Una situazione fluida, tutta da definire ma che presto potrebbe dare delle novità anche perché i termini di legge consentiti per le indagini sono ormai scaduti.

Le valutazioni restano segrete negli uffici ai piani alti della Cittadella. E, come accaduto per il processo che già si sta celebrando, il nodo resta legato alle intercettazioni, alle captazioni effettuate dagli agenti della Squadra Mobile anche tramite il trojan piazzato nei cellulari degli indagati in grado di far ascoltare agli inquirenti non solo le telefonate ma anche le conversazioni ambientali.

I giudici della Seconda sezione penale del tribunale di Salerno, dopo lunghissime riflessioni, alcuni mesi fa hanno “tagliato” una parte di quelle captazioni, escludendole dal processo che vede Zoccola e Savastano alla sbarra. E le valutazioni si stanno soffermando anche sull’utilizzabilità di quelle intercettazioni alla base del blitz dell’ottobre del 2021 della Mobile che fece tremare le fondamenta di Palazzo di Città. Riflessioni che, dunque, tengono tutto in bilico.

L’esito dell’inchiesta, così come le posizioni di politici e rappresentanti di spicco dell’apparato amministrativo, dipenderà proprio da queste valutazioni in corso. Di certo, al momento, sono in 20 a rischiare il processo fra il “dominus” Zoccola, l’ex responsabile del Settore Ambiente del Comune di Salerno, Luca Caselli, ex presidenti e amministratori di fatto delle coop del presunto “cartello”. Sono tutti accusati a vario titolo di turbata libertà degli incanti (con l’aggravante che si trattava di gare pubbliche, quelle indette dal Comune per i servizi di manutenzione che sarebbero state “aggiustate” in favore del cartello). Per Zoccola e altri otto dirigenti delle coop, inoltre, è stata contestata l’associazione a delinquere di cui - per la Procura - l’imprenditore era anche “capo organizzatore”.