Quando s’è visto recapitare la cartella esattoriale ha subito pensato ad un errore di persona. Perciò l’ha aperta, l’ha controllata e ricontrollata minuziosamente, per trovare qualcosa di anomalo oppure una falsa corrispondenza. Alla fine, invece, s’è dovuto arrendere all’evidenza: il destinatario dell’avviso di pagamento era proprio suo figlio di appena 7 anni. Che per l’Agenzia delle Entrate risulta essere debitore, sanzioni compresse, di 449,81 euro per il mancato versamento dell’Irpef riferito all’anno 2017. E già questa è un’anomalia, perché il bambino “debitore” è nato nel 2018 e, dunque, sarebbe stato inadempiente verso il Fisco un anno prima di venire al mondo.

Il genitore, originario di Salerno, dopo un momento di giustificato imbarazzo misto a stupore, s’è immediatamente rivolto all’Associazione Italia di Roma, che lo sta già seguendo per un’altra vicenda. Non sapeva se ridere o piangere per questa disavventura che vede involontario protagonista il bimbo e, di conseguenza, i suoi genitori. Naturalmente sarà presentato ricorso ma questa storia fa capire come non sia affatto finita l’era delle “cartelle pazze” da parte dell’Agenzia delle entrate. Che, a quanto pare, continua ad inviare avvisi di pagamento senza un controllo serio e meticoloso anche per quanto riguarda i termini di prescrizione. E, in questo caso, la topica presa è veramente notevole perché si contesta al minore di appena 7 anni il mancato versamento dell’imposta sui redditi delle persone fisiche, dovuta da tutti coloro che hanno un reddito, sia come lavoratore dipendente, sia come autonomo, nonché soci di impresa. In pratica per l’Agenzia delle Entrate il bambino avrebbe percepito un reddito ancora prima di emettere il primo vagito o addirittura di essere concepito.