I vertici delle Fonderie Pisano “scoprono” le carte e dopo settimane di indiscrezioni arriva la conferma che il processo di delocalizzazione delle attività dallo stabilimento da Fratte è in corso. Non semplici indizi: stavolta la prova concreta è determinata dal fatto che saranno dimezzate le emissioni perché sarà ridotta la produzione del 50% nell’opificio di via dei Greci. E, si legge in una nota della proprietà, «questo nelle more che possa perfezionarsi l’iter avviato da tempo di spostare le produzioni di Salerno in altri stabilimenti del gruppo dove saranno ricollocate le risorse lavorative operanti a Fratte». Tradotto: è in corso il trasloco delle attività delle Fonderie negli altri stabilimenti nelle disponibilità della famiglia Pisano. Primo su tutti quello di Foggia dove già attivo uno stabilimento capace di produrre lo stesso materiale di quello realizzato nella storica sede di Fratte.
Al di là dei tempi, quindi, la partita che si apre è tutta legata alla vertenza sindacale sulla mobilità degli operai che da Salerno dovrebbero essere ricollocati in Puglia o, comunque, in altri stabilimenti che non siano quello al confine fra il territorio di Salerno e della Valle dell’Irno. Finora, almeno stando a quanto riferiscono i rappresentanti dei lavoratori, non è stata data nessuna indicazione sulla possibile nuova destinazione. Gli elementi certi che emergono dalla nota diffusa dai Pisano, però, chiariscono anche alcuni elementi rispetto all’aggiornamento dell’Autorizzazione integrata ambientale che è sub iudice degli uffici regionali. «Nello scorso mese di giugno, la Regione Campania, in seguito a varie ispezioni nella sede produttiva di via dei Greci – riferisce la proprietà dello stabilimento industriale – riscontrò il rispetto di tutti i limiti autorizzati al processo produttivo. In seguito alle proteste di un comitato di cittadini, fu richiesto dalla Regione al Ministero dell’Ambiente quale atteggiamento assumere in considerazione del rispetto dei limiti e delle proteste del comitato».
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